La Fondazione Gimbe torna a parlare di programmi elettorali e sanità, criticando le proposte delle diverse forze politiche in campo

Come annunciato poco tempo fa, la Fondazione Gimbe punta i riflettori sul complesso rapporto tra programmi elettorali e sanità in vista dell’appuntamento con le urne del prossimo 4 marzo.

Secondo Nino Cartabellotta, infatti, nessun partito intende rimettere la sanità al centro dell’agenda politica. Non solo. Non si intravede alcun ‘piano di salvataggio’ del SSN che sia coerente con le principali determinanti della crisi di sostenibilità.

Il presidente Gimbe annovera tra queste il definanziamento, il ‘paniere’ Lea troppo ampio, gli sprechi e le inefficienze. Ma anche la deregulation della sanità integrativa e le diseguaglianze regionali e locali.

“A 5 anni dal lancio del programma #salviamoSsn – afferma Nino Cartabellotta – abbiamo esortato tutte le forze politiche a mettere nero su bianco proposte convergenti per la sanità pubblica e avviato il monitoraggio comparativo dei programmi elettorali, nella ferma convinzione che, se è vero che non esiste un piano occulto di smantellamento e privatizzazione del Ssn, è altrettanto certo che continua a mancare un preciso programma politico per il suo salvataggio”.

Insomma, i cieli si annuvolano sul binomio programmi elettorali e sanità, come peraltro confermato dalle stime del 2° Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.

Dati che, come sottolinea il Gimbe, lasciano intuire che la prossima legislatura sarà determinante per il destino del Ssn.

Proprio per tale ragione, Cartabellotta esorta tutte le forze politiche in campo a rimettere la sanità al centro dall’agenda di Governo.

Dal monitoraggio iniziale da parte dell’Osservatorio Gimbe – prosegue la Fondazione – emergono i primi dati, “tanto significativi quanto inquietanti”.

Tra questi, ad esempio, il fatto che quasi tutte le forze politiche affermano che la salute è un diritto fondamentale da tutelare, ma poche parlano di sostenibilità del Ssn.

Ancora: nessuno si è espresso sulla necessità di rilanciare il finanziamento pubblico della sanità. Infine, pochi programmi enfatizzano il concetto di salvaguardare la ‘salute in tutte le politiche’, in particolare quelle ambientali e alimentari.

E non è tutto. Anche la sostenibilità economica delle proposte appare al Gimbe “un optional”, visto che solo in rarissimi casi vengono dettagliate le relative modalità di finanziamento.

Quanto invece a sostenibilità dei nuovi Lea e definanziamento pubblico del Ssn, nessun programma ne fa cenno.

Secondo Cartabellotta, inoltre, sono poche anche le proposte concrete sull’assistenza socio-sanitaria e, soprattutto, sulla non autosufficienza.

La programmazione del fabbisogno di medici e altri professionisti della salute è, di fatto, presa in considerazione solo da due programmi elettorali.

In più – continua l’analisi del Gimbe – pochi programmi vedo come prioritarie la riduzione degli sprechi e il riordino normativo della sanità integrativa.

Non mancano poi proposte che il Gimbe non esita a definire “tossiche”.

Si tratta, in particolare, di quelle che, minando i principi di universalismo ed equità del Ssn, vorrebbe alimentare la competizione pubblico-privato.

“Al di là delle dichiarazioni di intenti – ha concluso Cartabellotta – dalla nostra analisi emerge per l’elettore un amletico dubbio: coloro che aspirano a governare il nostro Paese hanno una conoscenza davvero così limitata dello stato di salute della sanità pubblica? Oppure ne hanno piena consapevolezza, ma preferiscono utilizzare armi di distrazioni di massa sperando che sia il futuro a prendersi cura del Ssn?”.

 

 

 

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