La vittima è un 54enne giunto in ospedale con difficoltà respiratorie, poi deceduto dopo due anni. I camici bianchi sarebbero responsabili di negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle regole medico chirurgiche

Il Pubblico ministero del Tribunale di Marsala ha chiesto al Giudice Monocratico la condanna a un anno e mezzo di reclusione per due medici dell’ospedale di Mazara del Vallo finiti sul banco degli imputati con l’accusa di lesioni personali colpose aggravate.
I camici bianchi, nello specifico, sono ritenuti responsabili dal Pm di “negligenza, imprudenza e imperizia, nonché inosservanza delle regole medico chirurgiche”. Avrebbero infatti provocato lo stato di coma nel 2011 un paziente affetto da Sla, all’epoca 54enne, che sarebbe poi deceduto dopo due anni.
L’uomo era stato portato in Ospedale in quanto non riusciva quasi più a respirare; il ventilatore domiciliare, infatti, aveva avuto un malfunzionamento in seguito a una temporanea interruzione di energia elettrica.
I due medici, di turno rispettivamente al Pronto soccorso e al reparto di Pneumologia, secondo l’accusa non avrebbero effettuato la “disostruzione della cannula tracheostomica, perseguendo l’errata ipotesi che ricollegava i disturbi respiratori al malfunzionamento del ventilatore”.
Inoltre, avrebbero omesso di disporre un’analisi diagnostica (emogasanalitica) che, a giudizio della Procura, “avrebbe consentito ai sanitari di porre in essere le manovre necessarie ad impedire la dissociazione elettromeccanica”.
Alla richiesta di condanna si è unito anche il legale di parte civile, che ha chiesto inoltre un risarcimento danni in favore della famiglia di 150 mila euro, di cui 30 mila come “provvisionale immediatamente esigibile.
Secondo la difesa, invece, sarebbero state rispettate tutte le linee guida esistenti in campo medico. I periti della Procura, a loro avviso, avrebbero espresso il loro parere senza avere a disposizione tutte le informazioni sul caso che, qualora in loro possesso, avrebbero portato a conclusioni diverse.
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