Violenza sessuale, truffa, cessione di droga, peculato, falso e corruzione: con queste accuse uno psichiatra è stato condannato a 10 anni e 8 mesi e a una multa di 5.000 euro.

Dieci anni e 8 mesi con 5.000 euro di multa: è questa la condanna per M.B., lo psichiatra aostano di 63 anni accusato di molteplici reati.

Il gup del tribunale di Aosta Eugenio Gramola ha condannato il professionista accusato di violenza sessuale nei confronti di sei donne (cinque pazienti e la madre di un’assistita), cessione di sostanze stupefacenti (farmaci), truffa, peculato, corruzione, falso. Il pm Luca Ceccanti aveva chiesto una condanna a 11 anni e quattro mesi di reclusione.

Le indagini che riguardavano il professionista sono state condotte dal Gruppo Aosta della guardia di finanza.

Le forze dell’ordine hanno portato avanti i loro accertamenti grazie anche all’ausilio anche telecamere nascoste. Le indagini hanno riguardato il periodo 2014-2017.

Lo psichiatra condannato, assistito dagli avvocati Jacques Fosson e Massimo Balì, era finito ai domiciliari il 28 marzo 2017, provvedimento che gli è stato poi revocato dal giudice.

Oltre al medico, erano anche imputati 5 pazienti dello psichiatra condannato.

Costoro, tutti dipendenti pubblici, erano accusati di averlo pagato per ottenere certificati compiacenti.

Oltre al sanitario, un dipendente dell’Usl e uno dell’Inail sono stati condannati a due anni di reclusione ciascuno. Un terzo, impiegato nel mondo della scuola, ha patteggiato un anno e 10 mesi.

Sono stati, invece, assolti “perché il fatto non sussiste” un appartenente alla polizia penitenziaria e un dipendente regionale.

Nel procedimento a carico del sanitario si era costituita parte civile l’Unità Sanitaria Locale, da cui lo psichiatra condannato si era pensionato 2 mesi prima di essere arrestato.

Il giudice ha disposto per l’azienda Usl una provvisionale di risarcimento di 20 mila euro. Si era costituita parte civile con l’avvocato Corrado Bellora.

Intanto, gli avvocati dello psichiatra condannato dichiarano che fanno appello.

Rimaniamo convinti della bontà delle nostre argomentazioni”, hanno detto i legali.

“Una parte delle violenze sessuali è risultata non sussistente, e il presunto spaccio è diventato un caso lieve”, aggiungono.

Il medico era stato anche assolto nel processo nato da un ulteriore filone di indagini.

 

 

 

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