Nel quarto articolo dedicato alla schiena parlerò di cervicobrachialgia, ovvero quando l’ernia del disco o la protrusione si trovano nel tratto cervicale della colonna vertebrale.

Con l’intensivo utilizzo di pc, tablet e smartphone, siamo sempre più tempo con il capo chino. Questa postura determina un particolarissimo quanto dannoso atteggiamento del rachide cervicale. Quando guardiamo il telefono che teniamo fra le mani, magari per aggiornare lo stato sui nostri social, in realtà la fisiologica lordosi cervicale tende ad appianarsi. E fino a qui non ci sarebbero grandi problemi poiché essa è progettata per fare anche questo. Il fatto è che magari dopo aver aggiornato i social, leggiamo qualche curiosità dal web, poi rispondiamo ad un amico, poi ancora vediamo un video e, perché no, curiosiamo in instagram e… il tempo passa più o meno velocemente. Giornalmente si stima che trascorriamo circa un paio di ore in questa posizione. Ma poi ne trascorriamo altrettante per osservare il cielo e le nuvole?! Ovviamente no.

Questo sbilanciamento dei movimenti e delle posture, porta ad un disequilibrio articolare che a lungo termine arreca dei danni. Muscoli e legamenti infatti da un lato tendono a fare troppo allungamento e dall’altro si irrigidiscono. Biomeccanicamente l’ammortizzazione del disco intervertebrale non è più uniforme e questo nel tempo, si sfianca generando protrusioni ed ernie come accade per il tratto lombare.

La differenza tra un’ernia lombare e una cervicale è però sostanziale. Se il meccanismo di genesi è lo stesso, differenti sono gli spazi interessati. Infatti a livello lombare abbiamo ampi spazi e scarso materiale nervoso, mentre a livello cervicale i passaggi sono più angusti ed i nervi presenti molti di più. Ecco quindi che una minima protrusione a livello cervicale può arrecare intenso dolore a spalla, gomito, avambraccio e mani.

La sindrome dolorosa è tipica: formicolii, perdita di forza, dolore che varia al variare della posizione del capo, mani che spesso si addormentano la notte.

Il collo non fa quasi mai male, ma i continui “attacchi di cervicale”, susseguitisi nel tempo sono il motivo per cui verso i 45/50 anni molti di noi possono soffrire di cervicobrachialgia.

Cosa fare? Qui il consiglio è di recarsi immediatamente dal medico, di medicina generale e poi dal neurologo. Il trattamento precoce è fondamentale e la fisioterapia non può essere svincolata dal trattamento farmacologico. Massima delicatezza e terapia manuale di de-coattazione. Pompage, stretching cauto e rieducazione al movimento cervicale sono un must, in aggiunta tecar, laser ed elettroporazione.

Per quanto riguarda gli esercizi è difficile consigliarne alcuni poiché, come nel caso del rachide lombare, anche la colonna cervicale è molto complessa quindi ognuno di noi abbisogna di esercizi differenti. Diciamo che delicati e cauti movimenti del capo come se si volesse annuire o negare (fare cenno di Sì e di No con la testa) non fanno male anzi aiutano a comprendere meglio i reali limiti di movimento.

Dr. Paolo Scannavini

pscannavini@gmail.com

Fisioterapista e Kinesiologo

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