Si è conclusa positivamente la vicenda giudiziaria per quattro neurochirughi assolti per il caso di una donna morta a 75 anni nel 2012

Erano stati accusati di omicidio colposo per la morte di una 75enne, nel 2012, i quattro neurochirurghi assolti da tutte le accuse. Si chiude così una lunga vicenda giudiziaria per i professionisti, tutti in forze al Cardarelli di Campobasso.

I sanitari erano stati portati in Tribunale dalla famiglia di una anziana morta a seguito di un trauma cranico e al ricovero nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Campobasso.

Ebbene, per i quattro neurochirurghi assolti, il pm aveva inizialmente chiesto un anno e sei mesi di reclusione.

Ieri mattina, però, è arrivata la sentenza del giudice Roberta D’Onofrio.

In primo grado sono stati assolti tutti e quattro dall’accusa di omicidio colposo. Per i medici finisce un incubo durato anni, ma la famiglia della donna non è soddisfatta.

Come ha dichiarato l’avvocato Silvio Tolesino “Aspettiamo le motivazioni, poi valuteremo il da farsi”. Non è dunque escluso un ricorso in Appello.

Tutto era iniziato nel marzo del 2012 dopo una caduta accidentale per le scale, che aveva provocato un trauma cranico alla 75enne.

Da lì la corsa all’ospedale Cardarelli, gli accertamenti medici e le cure. Ma non c’era stato nulla da fare e la donna era purtroppo deceduta.

È stato in quel momento che i familiari della signora hanno deciso di denunciare e trascinare in Tribunale i quattro medici del reparto di Neurochirurgia della struttura sanitaria di contrada Tappino. La 75enne, secondo la tesi dell’accusa, doveva essere operata d’urgenza perché c’era una emorragia in atto. E in questo modo si sarebbe poteva salvare. Per questo, aveva chiesto una condanna ad un anno e sei mesi di reclusione.

Ma, con la sentenza di ieri, il direttore Leandro Tomeo e poi Massimo Ianiri, Maria Michela Niro e Giovanni De Caro sono stati assolti.

Al termine di un processo lungo e difficile, nel quale è stato necessario richiedere alcune perizie tecniche, le accuse sono cadute. Tutti gli imputati sono stati assolti con formula piena, a eccezione di uno: la dottoressa Niro, che era stata considerata la principale responsabile del decesso. In questo caso, è stata utilizzata la formula dubitativa.

La difesa è infatti riuscita a dimostrare la correttezza della diagnosi formulata dai quattro neurochirurghi assolti. Non solo. È stato appurato che l’intervento non avrebbe potuto salvare la vita alla 75enne, come invece sostenuto dalla famiglia, che nel processo si è costituita parte civile.

“C’è soddisfazione – dichiara l’avvocato Fabio Del Vecchio, difensore del dottor Leandro Tomeo – per aver dimostrato la piena correttezza dell’operato dei medici intervenuti e che è emersa attraverso un’articolata istruttoria dibattimentale durante la quale sono stati ascoltati diversi periti”.

 

 

 

 

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