L’Accademia della Medicina Legale, alla luce delle novità introdotte dall’articolo 15 del ddl Gelli, ritiene indispensabile la realizzazione di un’attività di formazione ad hoc rivolta alle figure incaricate dal Giudice per l’espletamento di consulenze tecniche e perizie

Il ddl Gelli, recante ‘Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie’ è stato approvato in seconda lettura dal Senato. Il testo ora approderà nuovamente alla Camera dei Deputati dove è atteso entro febbraio il via libera definitivo.
Il Dr. Carmelo Galipò e l’Avv. Gianluca Mari – rispettivamente presidente e vice presidente dell’Accademia della Medicina Legale – si soffermano sull’articolo 15 del provvedimento, di particolare interesse per tutti i medici (specializzati in medicina legale e non) coinvolti in attività forensi in qualità di periti delle Procure e/o consulenti del Giudice; l’articolo in questione dispone infatti che, “nei procedimenti civili e nei procedimenti penali aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, l’autorità giudiziaria affida l’espletamento della consulenza tecnica e della perizia a un medico specializzato in medicina legale e a uno o più specialisti nella disciplina che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento..(…)”.
L’unione di due figure totalmente diverse, tuttavia, può generare delle discrasie nella trattazione delle perizie in quanto si affrontano due mentalità completamente diverse. “La collegiale proposta dal ddl Gelli è un voler coercitivamente obbligare i giudici ad agire secondo buon senso”- afferma l’Avv. Mari, che sottolinea, tuttavia, come medico legale e specialista dovrebbero avere una base giuridica comune.
A tal fine l’Accademia della Medicina Legale ritiene decisiva la realizzazione di specifici seminari di formazione, rivolti sia ai medici specialisti che ai medici legali, affinché entrambe le figure riescano a seguire un iter logico condiviso per fornire al giudice in maniera chiara gli elementi necessari al pronunciamento della sentenza, con un notevole miglioramento del servizio giudiziario in termini di efficienza.
“La necessità si ravvede, continua il dr. Galipò, soprattutto quando vengono nominati esclusivamente gli specialisti della materia di riferimento nel contenzioso i quali, privi della cultura medico legale, non riescono a fornire la prova che serve al giudice per fare la sentenza. Ma non solo, spesso, anzi, troppo spesso, risulta evidente in una collegiale composta da medico legale e specialista che il primo, per assecondare (e lavorare poco!) le conclusioni dello specialista “convinto”, fa proprie le sue conclusioni distorte soprattutto dal punto di vista giuridico”.
Insomma, L’Accademia della Medicina Legale, grazie all’ottima diffusione del quotidiano, sta organizzando, a partire dalla seconda metà di Marzo 2017, un corso di “Buona Pratica della medicina legale”, da realizzare in giro per l’Italia, rivolto a tutti i medici che ambiscono a svolgere l’attività forense e agli avvocati che hanno il desiderio di comprendere meglio il mondo medico-forense.

- Annuncio pubblicitario -

5 Commenti

  1. Salve. Sono un’insegnante di 50 anni a cui sono capitati due infortuni durante le ore di lavoro a distanza di otto mesi l’uno dall’altro. Nel primo infortunio ho riportato una frattura del radio al polso sx e una trauma discorsivo al polso dx. Nel secondo infortunio un trauma cranico non commotivo e un trauma lombosacrale. Dalle radiografie effettuate in pronto soccorso risulta che: RX CERVICALE : Metameri cervicali in asse nella proiezione frontale; rettificata la fisiologica lordosi cervicale. Non evidenti fratture ossee traumatiche. RX COCCIGE: Mal valutabile nella proiezione frontale il sacro-coccige per sovrapposizione di anse intestinali e loro contenuto. Nella proiezione latero-laterale non si apprezzano fratture ossee traumatiche del sacro-coccigee; accenno a lieve listesi anteriore del secondo metamero coccigeo rispetto al sovrastante con aspetto un po’ arcuato anteriormente del coccige. RX COLONNA LOMBOSACRALE(AP/LL): Lieve deviazione scoliotica sinistro-convessa lombare; un po’ accentuata la fisiologica lordosi. Non fratture ossee traumatiche. Un po’ ridotto lo spazio intervertebrale in L5 – S1.
    In questo caso è stato chiuso l’infortunio senza postumi e dopo una settimana rispedita a lavoro nonostante non potessi camminare…. A dieci giorni da questo infortunio la mia situazione peggiora, mi rivolgo ad un ortopedico, eseguo RX CERVICALE, RMN CERVICALE E LOMBO-SACRALE, altri esami diagnostici e visite specialistiche. Dalla radiografia della colonna cervicale risulta quanto segue: Esame completato da proiezioni LL dinamiche (flesso-estensione). Lieve deviazione cervicale sinistro-convessa con lordosi meno pronunciata che di norma, Schisi dell’arco posteriore di C6. Note spondilosiche diffuse con spazi discali ancora nei limiti. Con la flessione del capo, modesta interiorizzazione del corpo di C4 rispetto a quello sottostante. Dalla RMN del rachide lombosacrale e del rachide cervicale è risultato: Protrusione discale mediana paramediana destra C3-C4 con parziale obliterazione della radice del nervo spinale corrispondente. Sporgenza mediana dei dischi in C5-C6 e C6-C7, con parziale alterazione dei piani adiposi epidurali, un po’ più evidente sul versante di destra. Coesistono irregolarità somato-marginali, interessanti rami degli spigoli posteriori ed ipointensità dei dischi intervertebrali di tutti i metameri cervicali a significato artrosico degenerativo di modesto grado. Regolari i diametri del canale vertebrale e il segnale del midollo. Protrusione erniaria mediana L5-S1 con discreta impronta sul sacco durale e parziale obliterazione della radice del nervo spinale di destra. Piccola protrusione distale L4-L5. Focolai contusivi intraspongiosi delle vertebre S3 e S4 e S5 con sfumatura del profilo corticale dorsale di S2, peraltro senza sicuri soluzione di continuità.
    Sono trascorsi 4 mesi e mezzo dall’ultimo evento traumatico come posso fare per chiedere all’INAIL la rivalutazione dell’infortunio in quanto esistono i postumi e sono anche gravi? Non ho mai avuto problemi alla colonna vertebrale e questo può essere certificato dal mio medico di base; le protrusioni sono imputabili esclusivamente ai due traumi violenti ( una caduta in volo sui polsi da una rampa di scale e una violenta caduta all’indietro con atterraggio su sporgenze di legno e ferro di uno sgabello), le mie condizioni fisiche si sono aggravate subendo svariate contratture non avendo osservato il riposo…. Sia a causa della chiusura veloce dell’infortunio sia per aver sottovalutato danni un po’ più ampi già nel primo infortunio, in quanto sintomi da me riferiti già all’epoca, come per esempio dolore intenso al collo e alla spalla, non sono stati tenuti in considerazione e curati semplicemente con antinfiammatori. A tutt’oggi nonostante cure cortisoniche e terapie riabilitative non ho risultati evidenti.
    Chiedo la cortesia di consigliarmi in merito al da farsi affinchè i miei diritti siano riconosciuti. La ringrazio anticipatamente. Nell’attesa saluto cordialmente.

    • Deve fare opposizione al verbale facendosi valutare da un medico legale la situazione attuale per attribuirla causalmente all’ultimo infortunio. In collegiale dovrà recarsi col medico legale e se non si raggiunge un accordo può rivolgersi ad un legale per fare ricorso 445bis (accertamento tecnico preventivo) in tribunale del lavoro.
      Per tutto questo si rivolga al patronato della sua zona che le indicherà la migliore strada.
      Un caro Saluto
      Carmelo Galipò

      • Gent.mo Dott. Galipò, buonasera. Ho seguito i suoi preziosi consigli e ahimè mi son bloccata. Dunque, mi sono rivolta a un patronato, ad una sede provinciale, ho spiegato, ho mostrato la documentazione, è stata aperta una pratica e mi è stato fissato un appuntamento con il loro medico-legale. Ho avuto un colloquio con questo professionista, ho raccontato, ho risposto alle sue domande, mostrato la documentazione, ha letto gli esiti delle radiografie, ha letto gli esiti della RMN lombare e cervicale…. e qui è cascato l’asino….! Mi ha detto che non mi faceva alcuna relazione medico-legale e quindi, nessun risorso avverso il provvedimento di chiusura infortunio senza postumi… Motivo? Le protrusioni l’INAIL non le avrebbe attribuite ai due infortuni (caduta violenta dalla rampa di scale in data 21/01/2016 e caduta violenta all’indietro in data 20/09/2016)…. A questo punto cosa devo fare? Io non svolgo un lavoro da scaricante di porto e quindi, soggetta a sollevamento di grossi pesi, non faccio sport estremi, non ho mai avuto problemi alla colonna vertebrale e ciò è documentabile dal medico di base… Io ho cominciato ad avvertire dolori con la caduta e poi son crollata e rimasta immobilizzata a letto dopo un po’ di mesi…. mentre cervavo le risposte… mediante visite specialiste ed esami diagnostici…. Le mie protrusioni derivano da trauma violento… e ne ho avuti ben due! Inoltre, mi chiedo se ad un giudice a due anni dalla pensione (quindi, non giovane), caduto dalla sua sedia è stata riconosciuta un’ernia e di conseguenza anchilosi del rachide lombare, con 30% di invalidità, perchè a me, comune mortale, non dovrebbero essere riconosciute le protrusioni da traumi se sono più giovane e svolgo un lavoro da scrivania?… Gent.mo Dottore, la prego di indicarmi la strada da percorrere per far valere i miei diritti… e per poter avere quindi, un minimo di invalidità al fine di poter essere esente per tutto ciò che concerne la mia patologia, purtroppo grave. La ringrazio anticipatamente e la saluto cordialmente. Angela

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui