La Federazione interviene sulla vicenda delle trivelle nell’ambito delle polemiche suscitate dalla ratifica di nuove autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi

Mettere al centro delle politiche del Governo la salute ambiente-correlata e porre fine alla ricerca di idrocarburi nei nostri mari con metodi ‘a rischio’. E’ l’appello lanciato dalla FNOMCeO ai Ministri dello sviluppo economico, dell’ambiente e della salute Una richiesta che arriva nell’ambito del dibattito innescato dalla ratifica, da parte del Mise, di nuove autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi nel mar Ionio. Un provvedimento che interessa un’area di 2200 km quadrati, comprendente le acque di Puglia e Basilicata.

“Tali ricerche verranno effettuate con tecniche del tipo ‘air gun’ (bombe d’aria e sonore) e sismiche (geofoni con cariche esplosive)”. A spiegarlo è Emanuele Vinci, Coordinatore della Commissione Professione, Salute, Ambiente e Sviluppo Economico della Federazione. Tali sistemi sarebbero altamente dannosi per la flora e la fauna locali, con possibili effetti, diretti e indiretti, sulla stessa salute umana.

“Inoltre – prosegue Vinci – le correlate autorizzazioni alle estrazioni di idrocarburi saranno prevalentemente localizzate in aree del Meridione, con effetti dirompenti anche sulle attività sociali ed economiche delle popolazioni locali. Infine, non possiamo non tenere presenti i moniti lanciati dall’Oms, dall’Istituto Superiore di Sanità, e rilanciati dalla stessa Fnomceo, sui gravi danni alla salute delle popolazioni, provocati dall’inquinamento atmosferico e dai cambiamenti climatici, legati all’utilizzo dei combustibili fossili, in particolare carbone petrolio e gas”.

“Condividiamo le preoccupazioni espresse dalla nostra Commissione Ambiente e Salute – dichiara il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli.

Preoccupazioni che sappiamo comuni anche ai Ministri che pure si sono trovati nelle condizioni di dover ratificare i provvedimenti . È a loro dunque che ci appelliamo, ai Ministri Di Maio e Costa, perché mettano in atto con urgenza modifiche dell’attuale normativa che pongano fine alla ricerca e all’estrazione di idrocarburi con metodi dannosi per l’ambiente, e puntino invece sulle energie rinnovabili, in modo da salvaguardare la salute delle attuali e delle future generazioni”.

Anelli ricorda quindi il Codice di deontologia medica che, all’articolo 5 dispone che “il medico, sulla base delle conoscenze disponibili, si adopera per una pertinente comunicazione sull’esposizione e sulla vulnerabilità a fattori di rischio ambientale e favorisce un utilizzo appropriato delle risorse naturali, per un ecosistema equilibrato e vivibile anche dalle future generazioni”.

 

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