Dopo l’approvazione da parte dell’Asl To 1 della delibera che cancella dal presidio le strutture complesse A,B,C di oculistica universitaria, anestesia, laboratorio di analisi e le strutture semplici dipartimentali di medicina e diabetologia, l’ospedale oftalmico di Torino (eccellenza piemontese in tutta Italia) sembra destinato alla chiusura. A lanciare l’allarme il consigliere regionale Gianluca Vignale: «la chiusura del presidio porterà ad un allungamento delle liste d’attesa per visite, interventi ambulatoriali e chirurgici in tutta la provincia di Torino e in tutta la regione. Inoltre spezzettando le competenze in ospedali differenti verrà meno un Pronto soccorso dedicato alla cura degli occhi e una specializzazione che solo un numero così alto di interventi ha dato nel tempo».

Contrari alla chiusura del presidio anche i massimi dirigenti del presidio ospedaliero ed i sindacati di categoria, secondo i quali si rischia di disperdere un patrimonio di professionalità altamente specializzate, ma anche il previsto taglio di questo servizio sanitario non è giustificato neppure da esigenze di bilancio: «siamo forse il solo ospedale – sottolinea il direttore sanitario, Elisabetta Sardi – con il bilancio in attivo, nonostante siamo costretti a pagare anche una parte delle spese dell’Asl di via San Secondo». Ad oggi, ancora non si sa dove esattamente saranno ricollocati medici, infermieri e attrezzature oggi presenti nell’ospedale di via Juvarra, né quali strutture (si parla delle Molinette e dell’Ospedale San Giovanni Bosco) si faranno carico della sua mole di lavoro.

Centro di riferimento regionale per tutte le problematiche diagnostico-terapeutiche connesse all’occhio e per la rieducazione visiva, l’Oftalmico ha assicurato, infatti, solo nel 2014, ben 14.634 interventi chirurgici, 53.084 passaggi in Pronto soccorso e 61.020 prestazioni ambulatoriali. Numeri in continua crescita, che fanno gola al settore privato. “Molti pazienti – afferma il primario Claudio Panico – vengono da noi perché non riescono a prenotare altrove, tramite il servizio sanitario nazionale, una visita oculistica in tempi ragionevoli”. Adesso cosa faranno?

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