Il rischio diabete nei bambini è stato messo in relazione con le ore di sonno che si dormono la notte. Il risultato della ricerca è sorprendente

Il sonno. Un ristoro per il corpo e la mente. Lo è per gli adulti. Ed a maggior ragione lo è anche per i più piccoli. Cosa succede però se si comincia a ridurne le ore? Se le dormite notturne diventano più brevi, s’incorre in rischi per la salute? C’è un rischio diabete nei bambini? Se l’è chiesto un gruppo di ricercatori britannici, che ha messo in relazione il sonno con l’aumento di glicemia nei bambini.
Secondo uno studio della St George’s University of London, condotto dal professor Christopher Owen, i bambini che trascorrono meno ore di sonno sono più vulnerabili. I fattori di rischio presenti nel diabete, nei minori esaminati, oltre 4mila e cinquecento in età scolare, sono aumentati.

Effetti benefici del sonno

Basta un’ora di sonno in meno la notte a far aumentare la glicemia. Conseguenze degne di rilievo si avrebbero anche nell’accumulo di grassi nel bambino. Al contrario mezz’ora di sonno in più a notte, produce una diminuzione della massa grassa ed anche una riduzione della resistenza all’insulina, l’ormone che aiuta l’organismo ad usare il glucosio per ricavarne energia. Il rischio diabete nei bambini potrebbe quindi essere ridotto all’aumentare delle ore di sonno. Uno stile di vita sano, sin dai primi anni di vita, coincide quindi anche con il tempo che si lascia all’organismo per recuperare gli sforzi compiuti in giornata. Un modo semplice per prevenire il riscio diabete nei bambini.
D’altra parte, come dimostrato in un altro studio già pubblicato nel 2014 The Lancet Diabetes & Endocrinology, esiste da tempo un’interessante letteratura scientifica che investiga il legame tra sonno e diabete. Tuttavia “gli effetti che dimostrano un’associazione causa-effetto a lungo termine sono ancora scarsi” si legge nella premessa all’articolo scientifico. Cioè detto “perdita di sonno sembra essere un bersaglio attraente per la prevenzione, e probabilmente il trattamento, della malattia metabolica”. A maggior ragione questo suggerimento, valido per gli adulti, può essere accolto anche per i bambini.
 
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