Gli esperti mettono in guardia sul rapporto tra sale e pressione alta, e spiegano perché eliminarlo dalla nostra alimentazione è pericoloso

Si ripete spesso che il sale “fa male” e che bisogna introdurne poco nella nostra alimentazione per evitare un innalzamento della pressione arteriosa. Tutto vero, ma gli esperti mettono in guardia sul binomio sale e pressione alta, perché eliminarlo totalmente dalla nostra dieta potrebbe causare danni alla salute.
Diminuirlo troppo, infatti, magari scendendo al di sotto dei 7,5 grammi al giorno (pari a 3 grammi di sodio), potrebbe essere pericoloso per il nostro organismo. Ad affermarlo sono gli esperti che si sono riuniti al MiCo di Milano per il 27esimo Congresso della Società europea dell’ipertensione (Esh), da oggi fino al 19 giugno. Perché se da un lato è ormai assodato che il consumo eccessivo di sale influisca sull’aumento della pressione, uno studio condotto da un gruppo costituito dalla World Heart Federation, dall’Esh e dall’European Public Health Association presentato al summit, afferma di diminuire l’apporto di sale senza eliminarlo del tutto.
“Gli studi clinici finora condotti – ha dichiarato Giuseppe Mancia, presidente dell’Esh Meeting di Milano e primo autore del lavoro – hanno dimostrato che l’abbassamento della pressione si verifica con un consumo inferiore a 3 grammi di sale al giorno. Questo genere di interventi di salute pubblica risultano però difficili da condurre su tutta la popolazione mondiale, in particolar modo nei Paesi a reddito medio-basso”.
Insomma, sembra che l’equazione sale e pressione alta non sia così automatica come finora si è creduto, o almeno, è importante fare attenzione a non esagerare.
Mancia osserva anche è piuttosto complesso definire la dose di sodio ottimale per il benessere dell’organismo, soprattutto per un malato. “Inoltre – ha dichiarato l’esperto – non abbiamo ancora dati scientifici certi sugli effetti che un consumo moderato di sale offrirebbe alla riduzione del rischio cardiovascolare e di decesso. Il nostro studio suggerisce di limitare l’apporto di sale senza però andare al di sotto dei 7,5 grammi al giorno, perché non conosciamo ancora le conseguenze per la salute”.
Secondo la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), che in merito al rapporto tra sale e pressione alta ha fornito delle indicazioni di massima, nel calcolo del consumo giornaliero di sale complessivo va tenuto in considerazione anche il sodio contenuto negli alimenti e nelle bevande. Molto spesso, inoltre, assumiamo sale senza saperlo, in quanto quello presente nei cibi industriali o consumati fuori casa è più del 75%, a differenza di quello aggiunto nelle preparazioni domestiche, che si aggira intorno al 10%. In generale, comunque, è buona norma fare attenzione anche a tutte le altre sostanze che contengono sodio, celate sotto il nome di glutammato di sodio (principale ingrediente dei dadi da brodo), benzoato di sodio (presente nelle salse, nei condimenti e nelle margarine) e citrato di sodio (usato per esaltare il sapore nei dolci, gelatine e in alcune bevande).
 
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