Nel caso Sanitopoli sarebbero coinvolti medici e professori universitari per un totale di almeno 25 indagati: tra le accuse, corruzione e falso.

Esplode il caso Sanitopoli: con l’accusa di corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico in atti pubblici sono indagate 25 persone tra medici e professori universitari.

Avrebbero messo in piedi “un sistema clientelare fondato da reciproche concessioni” per truccare concorsi universitari.

Il tutto al fine di affidare incarichi universitari e posti di lavoro nell’ambito delle professioni sanitarie.

È questa l’accusa mossa nell’ambito di un’indagine del Nas di Torino che ha portato ad indagare 25 persone. I militari del Nas carabinieri di Torino, nella provincia capoluogo ed in quella di Cuneo, al termine dell’indagine denominata “ Sanitopoli “, hanno eseguito 23 decreti di perquisizione locale emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino.

Tutti nei confronti dei 25 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico in atti pubblici.

Il caso

La vicenda Sanitopoli è partita da alcuni accertamenti riguardanti sospette certificazioni mediche poi rivelatesi false riferite ad un funzionario pubblico.

Questi era già interessato da un altro procedimento penale, la cui diagnosi specialistica gli consentiva di beneficiare della pensione d’invalidità di 280 euro mensili. Un beneficio poi revocato in seguito a visita medica straordinaria dell’Inps Piemonte.

Ebbene, in seguito, le indagini si sono estese ad altre figure professionali: professori universitari, psicologi, dirigenti medici e ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino.

Coinvolte anche altre strutture sanitarie quali la Città della Salute e della Scienza di Torino e l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano.

Secondo i Nas, il caso Sanitopoli ha fatto emergere “un sistema clientelare fondato da reciproche concessioni” per ottenere “agevolazioni e/o raccomandazioni nelle procedure d’indizione concorsuale per l’assegnazione di ruoli medici dirigenziali delle specialità di Psichiatria e Psicologia Clinica”.

Per l’accusa ciascun bando veniva cucito addosso ai candidati già designati come vincitori.

In altri casi, venivano anticipate ai “candidati prescelti le domande alle quali sarebbero stati sottoposti in sede concorsuale”.

A dirigere il tutto sarebbe stato, per l’accusa, un noto professore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università al quale si rivolgevano studenti, psicologi e dirigenti medici al fine di ottenere agevolazioni nei concorsi o rinnovi di assunzioni nelle strutture cliniche nosocomiali universitarie.

In particolare, sono oggetto di indagine “sei selezioni tra bandi di concorso per l’assunzione di personale medico strutturato, borse di studio, bandi per l’ingaggio annuale di liberi professionisti e per l’arruolamento di personale medico ambulatoriale”.

 

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