I camici bianchi sono accusati di lesioni personali ; la ragazza è stata costretta a subire l’asportazione di una parte importante dell’intestino

Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Salerno ha rinviato a giudizio due medici davanti alla Prima sezione penale per il reato di lesioni personali. I camici bianchi sono accusati di aver scambiato una peritonite acuta con una mestruazione dolorosa; una svista che ha costretto una ragazza diciottenne, a sottoporsi a un intervento chirurgico urgente a causa di una congestione e sofferenza delle anse intestinali che hanno reso necessaria, in fase di intervento chirurgico, una resezione intestinale con emicolectomia destra.
La vicenda, riportata dalla stampa locale, risale all’aprile del 2015 quando la giovane cominciò improvvisamente ad accusare dei forti dolori all’addome. Pensando si trattasse di dismenorrea, patologia della quale la ragazza soffriva durante il ciclo mestruale, i genitori non diedero inizialmente eccessivo peso a quel malessere. Ma col trascorrere dei giorni, le sofferenze dell’adolescente non si attenuarono, anzi, peggiorarono.
A quel punto la famiglia si rivolse alla guardia medica che consigliò di chiamare il 118 in quanto meglio attrezzato per la visita domiciliare ed eventualmente per procedere al ricovero ospedaliero. L’equipe che giunse a casa della ragazza era guidata da uno dei medici finiti ora a processo, che eseguì un esame obiettivo sulla paziente e le somministrò una flebo endovena rassicurandola circa il fatto che si trattava di una sindrome influenzale associata alle mestruazioni.
Ma i dolori non si attenuarono e i genitori decisero allora di interpellare il medico di famiglia, anche questi ora sul banco degli imputati, il quale, conoscendo le problematiche della paziente nella fase mestruale, non ritenne di visitarla a domicilio confermando diagnosi e terapia del collega del servizio di emergenza urgenza.
Dal momento che la situazione continuava a non migliorare la diciottenne, su consiglio di un altro medico amico di famiglia, fu quindi portata in Pronto soccorso all’ospedale Ruggi, dove gli accertamenti specifici svolti evidenziarono una peritonite acuta rendendo quindi necessario il ricorso alla sala operatoria e l’asportazione di una parte importante dell’intestino, intervento per il quale la famiglia ha preferito rivolgersi a una clinica romana.
Inizialmente le indagini avevano portato alla richiesta di archiviazione nei confronti dei due operatori sanitari indagati, ma il legale della giovane ragazza, ora costituitasi parte civile, si è opposto e il Gup ha disposto l’imputazione coatta. La prima udienza del processo è fissata per ottobre.
 
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