Ci si avvicina alla data dello sciopero nazionale di medici e dirigenti sanitari che chiedono a gran voce più tutele e un incontro col Governo

Fissato lo sciopero nazionale di medici e dirigenti sanitari al 30 novembre.
L’appuntamento è a Roma, presso l’ex cinema Capranichetta, a due passi da Montecitorio.
A riunirsi per lo sciopero nazionale di medici e dirigenti sanitari saranno gli Organi direttivi di Anaao– Assomed- Cimo- Aaroi- Emac –Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn –Fvm – Fassid – Cisl Medici- Fesmed – Anpo –Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle aree contrattuali medica e veterinaria

Obiettivo dichiarato è quello di concertare iniziative di mobilitazione delle categorie professionali che rappresentano.

Tra le prime iniziative vi sarà la dichiarazione di uno sciopero nazionale nel mese di dicembre, sciopero che verrà reiterato più volte fino a marzo 2018, insieme a ulteriori azioni che verranno successivamente comunicate.
Ma per cosa si protesta?
Innanzitutto, per il rinnovo del contratto di lavoro. Ma anche per l’estensione dei benefici previdenziali già concessi alle altre categorie della sanità. Tema, questo, che grandi polemiche ha creato negli ultimi tempi.
Ancora, sul tavolo ci sono il miglioramento delle condizioni dei precari della ricerca. Oltre a questo, si discuteràdelle criticità del sistema della formazione post-laurea.

La principale preoccupazione al centro dello sciopero nazionale di medici e dirigenti sanitari è la Legge di Bilancio 2018 in esame al Senato.

A preoccupare, anche le recenti dichiarazioni di esponenti della maggioranza.
“I contenuti della Legge di Bilancio 2018, ed il disinteresse per il rinnovo del Ccnl dei dirigenti sanitari dopo 8 anni di blocco – hanno spiegato i rappresentanti di categoria – esprimono chiaramente una visione politica del Sistema Salute Italia tendente a colpire e demotivare chi lavora a favore della tutela della salute dei cittadini, anche allo scopo di raggiungere l’obiettivo di una sanità sempre meno pubblica, con il rischio di un pericoloso abbassamento della qualità e della sicurezza delle cure, rischio che non può e non deve essere sottovalutato, o peggio ignorato, da chi governa il Paese”.
Per tale motivo, le sigle sindacali hanno chiesto un incontro urgente al Presidente del Consiglio. Ma anche ai ministri della salute e della Pubblica Amministrazione e al Presidente della Conferenza delle Regioni per la soluzione di alcune criticità.
“Innanzitutto – dichiarano i sindacati – la mancata modifica del tetto di spesa per l’assunzione di personale degli Enti del Ssn e della parte del D.Lgs 75/2017 che sottrae dal tavolo contrattuale risorse già nostre. Ancora, l’inaccettabile rimbalzo di responsabilità su chi dovrà finanziare, ancorché con risorse esigue, il prossimo rinnovo del contratto di lavoro, peraltro ancora in attesa del segnale di avvio”.
 
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