Si è quasi allo scontro Governo Regione sugli specializzandi in Lombardia: la causa è la scelta di impugnare l’articolo 34 della legge regionale 33

Si sta giungendo all’inevitabile scontro Governo Regione sugli specializzandi, in Lombardia, e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, è su tutte le furie.

Oggetto del contendere è la decisione di impugnare l’articolo 34 della legge regionale 33.

Gallera, infatti, ha fortemente condannato la scelta del Consiglio dei ministri di impugnare l’articolo in questione della legge del 2017. Questo introduceva la possibilità per gli specializzandi di partecipare alle attività assistenziali.

La scelta del Consiglio dei Ministri è stata però ampiamente motivata.

“Alcune norme sulla formazione specialistica dei medici – afferma il CdM – sono ritenute dal Governo contrastanti con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di professioni e tutela della salute”.

Una motivazione che ha mandato su tutte le furie l’Assessore Gallera.

“Ancora una volta – ha dichiarato – il Governo nazionale impedisce lo sviluppo della sanità lombarda e penalizza i nostri e tutti gli specializzandi italiani”. Per Gallera, di fatto, in questo modo si vieta il libero esercizio della professione. “A differenza – aggiunge – di quanto accade nella maggior parte dei Paesi europei dove un laureato di medicina generale abilitato può farlo”.

Ma l’assessore è andato avanti. Gallera ha voluto motivare il perché dell’articolo 34, accendendo lo scontro Governo Regione sugli specializzandi.

“L’introduzione dell’articolo 34 – spiega Gallera – era nata da un lavoro corale di Giunta e Consiglio regionale con tutte le Università lombarde che avevano sollecitato l’esigenza di consentire una graduale autonomia degli specializzandi per evitare il passaggio a chirurgo strutturato da un giorno all’altro”.

Non solo.

“Si contemplava, quindi, per loro, una graduale assunzione di responsabilità, non la comparazione immediata alle funzioni di uno strutturato”.

Infatti, dalla regione specificano che lo specializzando “sarebbe stato sempre e comunque vincolato all’osservanza delle direttive ricevute dal tutor che sarebbe stato sempre disponibile per la consultazione e l’eventuale tempestivo intervento”.

Una situazione che per Gallera “rimarca con forza la necessità di una maggiore autonomia in materia di salute per la nostra Regione”.

Non è un caso in effetti, che la Lombardia abbia inserito nel testo dell’Intesa che Governo e Regione dovranno firmare una richiesta ben precisa.

Quella, cioè, “di una maggiore autonomia in merito alla determinazione del numero dei posti dei corsi di formazione per i Medici di Medicina Generale’ e di accesso alle scuole di specializzazione”.

Oltre a questo, ha concluso l’Assessore al Welfare, si è avanzata una richiesta di maggiore autonomia sulla programmazione delle borse di studio per i medici specializzandi “e la loro integrazione operativa con il sistema aziendale”.

 

 

 

 

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