Se la scoperta del tradimento è alla base della fine della relazione coniugale scatta la responsabilità prevista dall’articolo 151 del codice civile
La Corte d’Appello di Milano, confermando la decisione del Giudice di primo grado, aveva dichiarato la separazione di una coppia di coniugi, con addebito al marito e affidamento dei figli al Comune di Milano, con collocazione presso la madre. A carico dell’uomo, inoltre, veniva disposto il pagamento di un assegno mensile di duemila euro in favore della moglie e un ulteriore contributo mensile di tremila euro per il mantenimento dei figli.
Il Giudice ha ritenuto integrata da parte del marito la violazione degli obblighi derivanti dal matrimonio, disciplinati dall’articolo 143 del codice civile, e che tale violazione fosse alla base della fine della relazione coniugale facendo così scattare l’addebito ai sensi dell’articolo 151 del codice civile. Nello specifico all’uomo era ritenuto responsabile della violazione dell’obbligo di fedeltà, dimostrata dalla scoperta di messaggi amorosi pervenuti sul suo telefono cellulare.
La vicenda era approdata quindi davanti alla Suprema Corte di Cassazione. In tale sede il marito evidenziava come la sentenza d’appello era da considerarsi ingiusta in quanto la Corte aveva ritenuto erroneamente che l’infedeltà coniugale fosse stata la causa della crisi coniugale, quando in realtà aveva solamente aggravato una crisi presente da tempo.
La Corte di Cassazione, tuttavia, con sentenza n. 5510/2017, ha ritenuto di non aderire alle argomentazioni dell’uomo, respingendone il ricorso, in quanto infondato e confermando integralmente l’addebito della separazione a suo carico. Secondo i Giudici Ermellini, infatti, la Corte d’appello aveva acclarato che la violazione dell’obbligo di fedeltà era la causa della crisi coniugale; la scoperta dei messaggi, infatti, era successiva a una riconciliazione già intervenuta negli anni precedenti e a tale scoperta era ricollegabile la fine del matrimonio.
