La Procura ha iscritto nel registro degli indagati 28 persone. Tra loro medici, infermieri e personale amministrativo del nosocomio di Sessa Aurunca, nel Casertano

“Qua o ci arrestano a tutti quanti, o stiamo tutti in grazia di Dio. Tanto, come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra”. E’ il contenuto di una delle conversazioni tra due dirigenti medici dell’ospedale di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, intercettate dalle forze dell’ordine nell’ambito di un inchiesta sfociata nelle scorse ore nella notifica di 18 ordinanze di misura cautelare con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Complessivamente nel mirino della Procura sono finite 28 persone. Nello specifico si tratta di 18 medici, 3 infermieri e 6 unità di personale amministrativo. I reati contestati, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, false attestazioni e singole ipotesi di truffa.

Fra i camici bianchi, in particolare, secondo quanto emerso, sussisteva una sorta di ‘patto’ per coprirsi in occasione di assenze ingiustificate dalla struttura ospedaliera.

C’era chi non si recava assolutamente a lavoro per l’intero turno, anche di notte,  pur in presenza di personale ridotto. C’era poi chi poteva contare sulla timbratura del badge da parte di colleghi compiacenti, oppure chi timbrava e se ne andava dalla porta secondaria. Un medico si sarebbe addirittura recato all’estero per un viaggio di piacere mandando il figlio a timbrare il cartellino.

I professionisti indagati erano in servizio soprattutto nel reparto di anestesia, ma anche in quelli di pediatria, psichiatria e al 118.

L’indagine è  iniziata nel febbraio 2017 e si è conclusa a giugno dello stesso anno. E’ stata condotta mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento, oltre ad attività d’intercettazione telefonica e numerose riprese video. Le telecamere sono state installate nei pressi di tutti gli orologi marcatempo presenti nell’ospedale, nonché nei pressi di un’uscita secondaria posta sul retro dell’ospedale. Molti degli indagati si sarebbero serviti proprio di questo accesso per  allontanatasi durante l’orario di lavoro.
“Saremo inflessibili con chi ha sbagliato, applicando, non appena avremo le carte della Procura, la legge Madia sul licenziamento immediato degli assenteisti”. Lo ha assicurato il direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio. “Questi fatti sono gravissimi – ha aggiunto – ma sono avvenuti quando ancora non eravamo intervenuti per installare il dispositivo con le impronte. Da quel momento, era la fine del 2017, le cose sono sicuramente migliorate”.
 
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