Quest’oggi vi presentiamo l’incredibile caso di un ragazzo che in un sinistro stradale ha perso due denti e che in giudizio si vede accusato di aver provocato danni all’auto

In verità l’attività medico-legale odontoiatrica riserva sempre sorprese e, come si suol dire non si finisce mai di imparare!

Qualche giorno fa si è presentato alla mia attenzione un giovane studente universitario che mi ha raccontato una storia che ha dell’incredibile e che potrebbe far ricordare il famoso Goldfinger, ma dall’altra parte (e non nella figura del buono) non c’è Sean Connery, ma un arzillo vecchietto con il piede pesante sull’acceleratore della sua Punto bianca!

Il ragazzo, 23 anni, viene investito da un’auto mentre attraversa sulle strisce gialle la strada in un centro abitato. C’è un cantiere e le strisce bianche risultano inagibili. Sono previsti 30 Km/ora a causa dei lavori in corso. Avviene un impatto, il ragazzo sbatte sull’auto, cade sanguinante, poi risbatte sull’asfalto, il vecchietto scende dall’auto indifferente. Lo studente perde due incisivi superiori (1.2-1.1), con frattura degli alveoli, si frattura (con esposizione pulpare) un terzo incisivo (2.1) e l’alluce destro, presenta una serie di ferite lacero-contuse sotto il mento e sul volto. Viene condotto immediatamente al PS più vicino con un’autoambulanza, sotto shock, ma in Ospedale, che pure è dotato di un reparto di Odontoiatria e di un PS odontoiatrico, non viene sottoposto a visita o valutazione odontoiatrica, nessun trattamento viene effettuato sul 2.1. Vengono solo suturate le ferite lacero contuse. Nel referto si certificano la perdita dei due denti, la frattura (genericamente indicata) di un terzo dente e l’esecuzione (tentativo) di un’ortopantomografia, che risulta illeggibile a causa dei tremori da agitazione da cui viene l’infortunato. Il giorno dopo il ragazzo sta malissimo, ha dolori intensi e una sincope. I genitori lo conducono in urgenza al PS di un Ospedale di periferia, dove trattano le problematiche generali e individuano la frattura dell’alluce, alcuni ematomi su tutto il corpo e prescrivono visita odontoiatrica (l’ospedale è privo del servizio). L’intervento del dentista curante risolve la sintomatologia algica del 2.1 (lo tratta endodonticamente lo ricostruisce come possibile), ripristina mediante ponte maryland e corona sul 2.1 provvisori il sorriso e successivamente, a distanza di 6 mesi, ripristina estetica e funzione mediante chirurgia rigenerativa/ricostruttiva ed implanto-protesi. Nessuno di degli astanti o dei soccorritori ricerca i denti avulsi (qualche giorno dopo nell’asfalto del cantiere la madre ne trova uno, che conserva a “perenne ricordo”). La polizia municipale non interviene. Nessuno in PS accenna all’evenienza/possibilità di un reimpianto intenzionale. Tutte storie ordinarie e comuni queste, ma nessuno potrebbe aspettarsi che, sebbene vi siano testimoni, il conducente dell’auto citi il ragazzo per danni all’auto: il cofano risulta ammaccato dai “denti” del ragazzo!

Non è una barzelletta: l’incarico affidatomi non è relativo ad una valutazione del danno odontoiatrico subito dal giovane studente e delle eventuali responsabilità in capo al guidatore dell’auto o agli operatori di PS, ma escludere la sua responsabilità nella determinazione dei danni all’auto (neanche di lieve entità)!

Prof.ssa Maria Sofia Rini
(odontoiatra forense)

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