Dal 22 marzo i medici di famiglia, guardia, pronto soccorso e competenti devono ottenere le credenziali dal sistema informativo Inail nel caso in cui si presenti un lavoratore con prognosi d’infortunio superiore a 3 giorni o malattia professionale, e inviare all’Inail il certificato di “primo infortunio” come da decreto legislativo 151/2015.

La scadenza del 31 marzo è cruciale per i medici che dovranno inviare online alle Asl i dati sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori utilizzando sempre il sistema di accoglienza dati Inail.

Da aprile a dicembre invece, i medici competenti potranno inserire nel sistema Inail solo dati delle visite 2016 ai lavoratori. In base al decreto legge 81/2008, i medici competenti – quelli cioè specializzati in Medicina del Lavoro, Igiene e Medicina Preventiva, Medicina Legale o con 4 anni consecutivi di esercizio della medicina del lavoro nel post-laurea – devono valutare i dati di tutti i lavoratori esposti a rischi previsti da legge per i quali appunto l’azienda ha l’obbligo di nominare un medico competente.

Il rapporto del 2013, accessibile dal sito Asl Milano, attestava che, secondo i dati conferiti nell’allegato 3B dai 10 mila medici competenti, nel Nord industrializzato c’è più sorveglianza sanitaria, dove si rilasciano più “inidoneità” (questione in genere di pochi punti percentuali, anche se il grosso dei controlli si concentra tra Lombardia Piemonte Veneto Emilia Romagna, staccando Lazio e Puglia prima regione del Sud).

In tutto risultavano nel 2014, 9,6 milioni di lavoratori in sorveglianza sanitaria di cui 5,8 maschi e 3,7 femmine; di questi, sono stati visitati 3,7 milioni di maschi di cui 3 milioni risultati idonei e 1,8 milioni di femmine (1,5 le idonee): 327 mila le limitazioni temporanee assegnate, di cui 224 mila a maschi, e 706 mila le permanenti (511 mila a maschi); delle 14 mila inidoneità 4800 sono state assegnate a donne e 9 mila a uomini.

Le patologie rilevate sul campione femminile appaiono diverse da quello maschile: l’85% delle lavoratrici soffre di malattie del sistema osteomuscolare del tessuto connettivo mentre i maschi sono ripartiti, il 45% soffre di malattie osteomuscolari e 41,2% di ipoacusia da rumore che fra le donne è il 5%. In futuro i dati conferiti alle Asl dovranno essere ripartiti tra categorie di lavoratori e le statistiche dovranno dire in quali campi urgono correttivi eventuali per aumentare l’attenzione del sistema sanitario.

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