Ammissione alle scuole di specializzazione in medicina, dai giovani medici dell’Anao Formazione critiche al parere del Consiglio di Stato

In una lettera aperta al MIUR e al Ministero della Salute (di seguito pubblicata), i giovani medici dell’Anaao Formazione hanno elencato le loro osservazioni e critiche al parere del Consiglio di Stato sul regolamento per l’ammissione alle scuole di specializzazione in medicina.
Ma la lettera contiene anche richieste e proposte concrete.
Diventa necessario e improcrastinabile una correzione del bando di concorso associato ad un congruo incremento del numero dei contratti con emanazione del bando entro fine agosto.
Anaao giovani propone un modello alla francese, con graduatoria unica nazionale, senza preferenze e senza deterrenti con un congruo incremento del numero dei contratti da associare ad un “doppio binario formativo” con formazione in ospedali di insegnamento (Teaching hospital, Th). Il tutto, per “imparare facendo”, con contratto di formazione-lavoro a tempo determinato, da svolgersi presso strutture del Ssn, con insegnamento della parte teorica a carico delle Università; alla fine del piano di studi, possibilità di accesso ai ruoli del Ssn con contratto a tempo indeterminato, superando un concorso pubblico.

Il testo della lettera

In seguito alla pubblicazione del secondo parere del Consiglio di Stato sulle modalità di accesso alle SSM17 proposte dal MIUR molteplici sono gli interrogativi a cui ANAAO Giovani non riesce a dare una risposta.
Dopo un lungo ed estenuante travaglio durato ben tre anni diventa finalmente concreta la possibilità di una graduatoria unica nazionale con un concorso che si svolge in data unica con un’unica prova. Ma a che prezzo?
Se da un lato si è riusciti a rendere più snella la modalità di svolgimento, dall’altro sembra che la scelta tra un numero limitato di scuole sarà effettuata dopo la pubblicazione della graduatoria. Perché un concorso che punta sulla meritocrazia dovrebbe al tempo stesso mettere il candidato nella condizione di dover scegliere soltanto tra tre preferenze? Qual è la logica di stilare una graduatoria unica se dopo occorre esprimere tre scelte? Ci sembra più che puntare sul proprio bagaglio culturale, costruito con tanti sacrifici nel corso degli anni, sia quasi più lecito abbandonarsi alla dea bendata della fortuna come in un grottesco concorso a premi, il “totospecializzazione”, senza contare la prevedibile e scontata pioggia di ricorsi.

Cosa potrebbe accadere

Analizziamo nello specifico cosa potrebbe accadere: un candidato che ottiene un punteggio molto alto potrà anche candidarsi per le tre scuole più competitive oppure al contrario correggere il tiro con scelte meno ambiziose, se il punteggio ottenuto non sarà così elevato. Ma cosa potrebbe accadere al centro della gaussiana? Per i punteggi medi la scelta sarà di pura fortuna! Infatti, se le tre scuole di specializzazione scelte dal candidato saranno già sature, quest’ultimo non potrà specializzarsi pur essendosi classificato in posizione utile in graduatoria nazionale, mentre con lo stesso punteggio o magari anche con punteggi più bassi altri candidati potranno accedere ad una scuola differente. Questo accadeva sì con la vecchia tipologia concorsuale, che tuttavia era divisa per area e all’interno dell’area per specializzazione, ma con queste nuove modalità (test unico e graduatoria unica) cosa resta di meritocratico?
Come più volte proposto, ci sembra decisamente più meritocratico ed equo, dato il cambiamento di rotta, consentire ai candidati di scegliere progressivamente in base alla graduatoria unica la scuola di specializzazione e la sede fino ad esaurimento delle borse, consentendo ai candidati di rinunciare al contratto di formazione senza penalizzare sé stessi e gli altri concorrenti.

Le altre novità del bando

Altre importanti novità nel nuovo bando sono l’assenza di scorrimenti e la penalità intesa come impossibilità di partecipare l’anno successivo, per chi non si iscrive o abbandona in breve tempo la borsa di specializzazione. Una penalità balorda e senza nessuna fonte legislativa di riferimento.
Tale norma oltre ad essere una chiara forzatura che punta a sormontare i chiari deficit organizzativi del Ministero, rischia di diventare altra importante fonte di ricorsi. Inoltre, ci sembra chiaro che con l’assenza di scorrimenti vi sarà un maggior rischio di assegnare meno contratti rispetto a quelli finanziati. Quante giuste cause di abbandono possiamo ipotizzare?
Certamente quelle personali e quelle relative alla salute, ma non possiamo non considerare le cause di abbandono relative ai peculiari deficit delle scuole di specializzazione. A tal proposito ci chiediamo a che punto siamo coi nuovi requisiti di accreditamento? La qualità delle scuole è stata accertata? E soprattutto, non è stata condotta ancora un’analisi specifica di quali siano le cause e le scuole più “abbandonate” dai giovani medici che nonostante siano riusciti faticosamente ad ottenere l’accesso ad una scuola di specializzazione sono portati a fare tale drastica scelta.
Ci domandiamo se vi è una reale alta qualità del servizio erogato dalle scuole sia in ambito assistenziale che istruttivo, se è realmente implementata una rete ospedaliera territoriale e se ai medici in formazione viene consentito di avere realmente la possibilità di perfezionare le proprie competenze in altre eccellenze ospedaliere ed universitarie. Dato il parere negativo del Consiglio di Stato sul nuovo bando presentato dal MIUR ci chiediamo: quali saranno i futuri scenari?
Più volte abbiamo chiesto un tavolo tecnico al Ministero che appare sordo al nostro grido!
Basterebbe guardare oltralpe per renderci conto di come siamo diventati il fanalino di coda d’Europa in merito alla formazione post-laurea in medicina, e non solo!

La richiesta

Diventa necessario e improcrastinabile una correzione del bando di concorso associato ad un congruo incremento del numero dei contratti con emanazione del bando entro fine agosto.

La proposta sulla specializzazione

La nostra proposta è quella di un modello alla francese, con graduatoria unica nazionale, senza preferenze e senza deterrenti con un congruo incremento del numero dei contratti da associare ad un “doppio binario formativo” con formazione in ospedali di insegnamento (Teaching hospital, Th) per “imparare facendo”, con contratto di formazione-lavoro a tempo determinato, da svolgersi presso strutture del Ssn, con insegnamento della parte teorica a carico delle Università (analogamente alla proposta ex-articolo 22 Patto della Salute); alla fine del piano di studi, possibilità di accesso ai ruoli del Ssn con contratto a tempo indeterminato, superando un concorso pubblico.
Crediamo fortemente che la soluzione delle problematiche dei medici in formazione debba passare obbligatoriamente attraverso la creazione di un tavolo tecnico, eventualmente permanente, sulle criticità della formazione medica post-lauream, al quale sarebbe auspicabile partecipassero tutti i destinatari della presente lettera assieme alle tre associazioni più impegnate sul fronte della formazione medica, al fine di garantire una visione completa del panorama formativo.
Questa nuova generazione di medici, che rappresenta la futura classe dirigente del domani, è stata fin troppo calpestata! Non si può continuare a negare il sacrosanto diritto alla formazione, senza la quale il medico non può accedere al mondo del lavoro, arrecando un danno incommensurabile al nostro Ssn ed ai cittadini!
 
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