La Corte dei conti nel suo ultimo Rapporto sul Coordinamento di finanza pubblica, rileva che la spesa per i dispositivi medici è aumentata del 2,3%

Se la spesa farmaceutica ospedaliera ha già ampiamente sforato il tetto di spesa, il medesimo problema si pone per la spesa per i dispositivi medici. Nel 2017 infatti, questa è aumentata del 2,3 per cento attestandosi a 5,9 mld di euro e sforando di un miliardo il tetto previsto.

Ad affermarlo è la Corte dei Conti nel suo ultimo Rapporto sul Coordinamento di finanza pubblica.

Gli andamenti però variano da regione a regione.

“Anche nel 2017 la spesa è stata superiore di oltre il 21 per cento rispetto all’obiettivo” – ha affermato la Corte, che sottolinea come “sono 4 le Regioni che presentano una spesa coerente con il tetto previsto (Lombardia, Lazio, Campania e Calabria)”.

Secondo il rapporto sul coordinamento di finanza pubblica, però, si accentuano gli scostamenti particolarmente marcati. Si parla di una differenza tra il 62 e il 74 per cento rispetto al tetto che caratterizzava nel Nord le regioni a Statuto speciale (tranne la Valle d’Aosta) e tutte le regioni centrali (tranne il Lazio).

Sono invece superiori al 50 per cento del limite previsto l’Abruzzo e la Sardegna.

Secondo la Corte dei Conti, inoltre, “il permanere di andamenti della spesa superiori ai tetti concordati e soprattutto le forti differenze tra enti regionali richiede una attenta valutazione”.

Queste variazioni nella spesa per i dispositivi medici rendono sempre meno comprensibile che, a quasi due anni dall’approvazione del DL n. 78/2015 “non risulti ancora attuato quanto disposto con l’articolo 9-ter c.1 lettera a) riguardo alla definizione dei tetti di spesa a livello regionale e alle modalità per il ripiano”. Quest’ultimo, infatti, prevede la rinegoziazione dei contratti con le aziende.

 

 

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