Non sono invece esenti dai tagli alle pensioni previsti dalla Legge di Bilancio, i trattamenti Inps dei medici che superano i 100mila euro lordi annui

La legge di Bilancio 2019 ha introdotto tagli alle pensioni che possono arrivare fino al 40 per cento.
In particolare, l’articolo 1, comma 261, prevede una riduzione dei trattamenti pensionistici i cui importi complessivamente considerati superino 100.000 euro lordi su base annua. La misura avrà la durata di cinque anni.

Il taglio, tuttavia, non si applicherà agli assegni pagati dall’Enpam a medici e dentisti. Lo chiarisce lo stesso Ente pensionistico in un articolo pubblicato sul proprio sito. Da una lettura attenta della disposizione di legge si evince infatti – sottolinea la Fondazione – che i tagli riguarderanno le pensioni Inps dei dipendenti pubblici e privati, degli autonomi (commercianti, artigiani e coltivatori diretti), degli iscritti ad alcune gestioni particolari (es: i lavoratori dello spettacolo) e dei contribuenti alla gestione separata.

“I tagli certamente non si applicano alle Casse dei professionisti” ha precisato il presidente dell’Enpam e dell’Adepp Alberto Oliveti.

“A questa conclusione si arriva sia con un’analisi strettamente testuale sia con una lettura costituzionalmente orientata della norma. Infatti, poiché questi accantonamenti sono destinati a creare una provvista per fronteggiare i maggiori costi dovuti a Quota 100, che è di esclusiva competenza Inps, non si vede come si potrebbero prendere legittimamente delle risorse da altre parti, alla luce della sentenza 7/2017 della Corte costituzionale.”

In generale, dunque, le decurtazioni colpiranno gli assegni Inps sopra i 100mila euro lordi annui, ad eccezione di quelli calcolati interamente con il contributivo. Restano salve anche le pensioni di invalidità e quelle riconosciute alle vittime del terrorismo.

Non sono quindi indenni dal taglio delle pensioni i camici bianchi dipendenti pubblici e privati, se superano la soglia dei 100mila euro. Nel computo della soglia dei 100mila euro, inoltre, rientreranno probabilmente anche gli assegni liquidati dalla gestione separata dell’Inps, cioè quella a cui versano gli specializzandi.

 

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