Sette italiani su dieci non sanno dell’esistenza della terapia del dolore e delle cure palliative e due medici su tre non prescrivono una visita in un centro ad hoc

Quasi il 70% dei pazienti non conosce la terapia del dolore e due terzi dei medici di famiglia non prescrive visite in centri specialistici.
Questa la fotografia scattata riguardo alla legge 38 del 2010, tesa a garantire l’accesso a cure finalizzate ad alleviare sofferenze croniche e che gli ospedali sono obbligati ad assicurare.
Sono i dati forniti dall’Osservatorio per il monitoraggio della terapia del dolore e delle cure palliative attraverso la Fondazione Gigi Ghirotti che grazie alla somministrazione di 13 mila questionari ai pazienti ha potuto fare uno screening per valutare lo status socio-anagrafico e il grado di conoscenza della legge e il ventaglio di opportunità che essa offre.
I risultati dei test rivelano dunque una scarsa conoscenza della legge e anche dei farmaci utilizzati nella terapia del dolore. Molti credono ancora che siano solo i drogati a farne uso e che creino dipendenza.
Il 70% ancora non sa le strutture sanitarie sono obbligate a misurare il dolore e annotarlo nella cartella clinica insieme alla terapia prescritta e ai risultati della stessa.
Un dato significativo riguarda la prescrizione da parte di medici di famiglia di visite nei Centri per il dolore. Il 65% di essi non lo fa e prescrive farmaci o trattamenti specifici.
Così la terapia del dolore e delle cure palliative e la rete di assistenza in materia, a sette anni di distanza dalla promulgazione della legge, rimane ancora sconosciuta, nonostante chi ne abbia usufruito riconosca la sua grande validità. Una garanzia di cura che rimane ancora quindi parzialmente sulla carta e un diritto ignorato soprattutto nelle fasce di popolazione meno istruite.
A questo si aggiunge inoltre la difficoltà nel reperire e prescrivere farmaci oppiacei e derivati della morfina, farmaci preziosissimi per alleviare le sofferenze di chi è affetto da gravi malattie come sclerosi multipla e tumori.
Tuttavia chi ha potuto usufruire di questo servizio – che dovrebbe appunto essere garantito per legge – si è detto soddisfatto nell’80% dei casi. La terapia del dolore infatti non riguarda solo i malati oncologici o terminali ma tutte quelle persone che convivono con un dolore cronico come potrebbe essere il mal di schiena o altro come ad esempio i dolori da amputazione.
 
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