Lorenzin: 700mila persone provano ad avere figli e non ci riescono; poi mostra l’originale delle immagini approvate per la campagna di comunicazione

“Una bellissima giornata di lotta per noi, una pessima giornata per la Lorenzin!”; questo il post lanciato a conclusione della giornata di ieri sulla pagina facebook di Rete della Conoscenza, una delle associazioni che hanno aderito al ‘Fertility Fake’, contromanifestazione in risposta al Fertility Day promosso dal Ministero della Salute, che ha visto centinaia di giovani radunarsi nelle piazze di numerose città italiane per protestare contro l’iniziativa del Ministro Lorenzin. “Il Governo”, si legge sulla pagina Facebook dell’evento, “ci incita a fare figli, e a farli presto. Molti/e di noi vorrebbero pure… e infatti #siamoinattesa. Di asili nido, welfare, reddito”.

L’evento istituzionale ha visto invece il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin spiegare in apertura le motivazioni della giornata sulla fertilità e della relativa campagna di informazione. Il Ministro ha rimarcato come ci siano 700mila persone che stanno provando ad avere figli e che non ci riescono per vari motivi, spesso per patologie che potevano essere curate. “Molti non sanno – ha dichiarato il Ministro – che c’erano delle terapie, oggi gratuite. Spero sia una grande giornata che possa dare almeno un primo spunto di informazione sulla propria salute e che se ne esca con molte nozioni in più. Le campagne vanno fatte in maniera continuativa. Abbiamo un aumento vertiginoso di malattie sessualmente trasmesse fra i giovani, che si devono tutelare e proteggere, e di questo abbiamo fatto una delle issues della campagna.”

Tra gli obiettivi del Fertility Day, la Lorenzin ha sottolineato la necessità di sensibilizzazione del genere maschile rivendicando in tal senso una grande azione di informazione sul varicocele, un disturbo che colpisce i giovanissimi, che non vanno dall’andrologo e che invece dovrebbero sottoporsi agli screening. “Il nostro Piano nazionale fertilità – ha spiegato il Ministro – è pienamente in linea con gli obiettivi posti dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’Italia è in prima linea, era tanto che in questo Paese non si parlava di questi temi”.

Il Ministro ha poi fatto un parziale mea culpa sugli aspetti comunicativi della campagna che tante polemiche hanno sollevato nei giorni scorsi. “Diciamolo, la prima campagna sul Fertility Day era proprio brutta; ma io faccio il ministro e non il comunicatore”, ha sottolineato il ministro che tuttavia, per quanto riguarda la foto dell’opuscolo che ha sollevato le accuse di razzismo, ha parlato di errore tecnico sottolineando come chi ha sbagliato debba assumersi le sue responsabilità. “Ci hanno portato un documento cartaceo, che poi a livello digitale era diverso. Io mi prendo carico di tutto, purché lo abbia deciso io. In questo caso non è stato così. Al di là di tutto nessuno aveva intenzioni razziste, e non si può accusare il ministero di razzismo quando ‎lavoriamo tutti i giorni a favore della salute per tutti”.

Locandine_fertility_dayE in serata la Lorenzin ha mostrato all’Adnkronos la versione che le era stata sottoposta della locandina ‘incriminata’ facendo notare come in tale versione l’immagine del gruppo di ragazzi additati come ‘cattivi compagni’ fosse ‘pixelata’, rendendo quindi impossibile l’individuazione del ragazzo di colore, che invece compare con evidenza nella copia pubblicata sul sito dell’evento. “Volevo una campagna fatta da professionisti – ha ribadito il Ministro – ma poi si è proceduto con le risorse interne del ministero e abbiamo realizzato 8 opuscoli che io ho corretto e mandato all’Istituto superiore di sanità (Iss) per le correzioni. Ma poi è accaduto qualcosa: la locandina uscita non era quella che io ho controllato e questo è evidente mettendo a confronto le due immagini”.

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