La tecnica, messa a punto in Giappone, si sta diffondendo anche nel nostro Paese e consente di superare una delle principali barriere per chi è in attesa di un organo

Sono già sei i pazienti che nel Lazio hanno ricevuto un rene da donatore vivente con gruppo sanguigno incompatibile. La tecnica, utilizzata oggi in pochissimi centri del nostro Paese, arriva dal Giappone e consente di superare uno dei principali ostacoli al trapianto del rene ‘ripulendo’ il sangue del paziente che riceve l’organo in modo da eliminare gli anticorpi contro il sangue del donatore. Più specificamente la metodica messa a punto dai chirurghi del Sol Levante consente consiste nel filtrare, prima del trapianto, il sangue dei pazienti riceventi in speciali filtri di ‘plasmaferesi’ per rimuovere gli anticorpi antigruppo presenti.
Da qualche anno alcuni centri italiani del Nord-Italia hanno iniziato a seguire l’esempio giapponese, effettuando con successo il trapianto tra coppie donatore – ricevente con gruppo sanguigno AB0 incompatibile. Ora la procedura è possibile anche nel Lazio presso il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. I pazienti, che hanno ricevuto un rene da donatore vivente ABO incompatibile, stanno bene e con un’ottima funzione renale.
Gli interventi sono stati effettuati dall’equipe chirurgica della sezione Trapianti di Rene dell’Unità Operativa Trapianti di Rene, diretta dal Prof. Franco Citterio, mentre il prelievo del rene è stato effettuato con procedura laparoscopica dal Prof. Jacopo Romagnoli. Determinante anche la stretta collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di Emotrasfusione diretta dalla Prof. Gina Zini e con il laboratorio di Istocompatibilità del Centro Regionale Trapianti diretto dalla Prof. Antonina Piazza.
“Questa positiva esperienza – afferma Citterio – consente di superare uno degli ostacoli al trapianto di rene da donatore vivente e permetterà anche nel Lazio di poter curare meglio i nostri pazienti con insufficienza renale cronica. Per l’anno in corso – conclude il professor Citterio – vi sono già quattro pazienti in studio”.
“Il programma eseguito dal Policlinico Gemelli – commenta il direttore del Centro nazionale trapianti Alessandro Nanni Costa – aggiunge un tassello importante alla diffusione del trapianto di rene da vivente ABO incompatibile, ossia il trapianto eseguito tra un donatore ed un ricevente tra i quali vi è incompatibilità di gruppo sanguigno. La disponibilità di tecnologia avanzata per la sottrazione di anticorpi e l’elevata capacità di gestione della terapia antirigetto sono le componenti essenziali di questo tipo di tecnica di trapianto. È fortemente auspicabile che altre strutture di trapianto, soprattutto quelle presenti nell’area centro sud, sviluppino questo programma in grado di aumentare in modo significativo la donazione di rene da vivente. Il Cnt segue con grande interesse questi sviluppi che, accanto alle catene samaritane ed al trapianto con modalità cross over, ossia con scambio di organi tra coppie incompatibili, possono restituire ai pazienti in attesa di trapianto la possibilità di ricevere un organo da un donatore vivente”.

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