L’intervento è stato realizzato all’Ospedale Molinette di Torino. La nefrectomia dell’organo è stata eseguita grazie alla chirurgia robotica

Un lungo calvario di dolore, interventi e pellegrinaggi presso tanti ospedali ha trovato riscatto in un gesto di grande solidarietà oltre che di straordinaria valenza scientifica. Per la prima volta al mondo, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è stato trapiantato dopo nefrectomia con il robot un rene proveniente da una paziente portatrice di rene ectopico pelvico, una rara anomalia congenita che può portare come in questo caso a dolore cronico ingravescente ed infezioni necessitanti l’intervento chirurgico di rimozione.
La signora, 45 anni, era stata costretta a sospendere la sua attività lavorativa da un anno ed aveva preso la decisione di rimuovere il rene. Data l’impraticabilità chirurgica nel caso in questione di un re-impianto del rene in altra sede, si è deciso di procedere alla rimozione del rene, comunque ben funzionante, e di valutare la possibilità di trapiantarlo su altro paziente in dialisi che avesse delle caratteristiche tali da poter tentare l’intervento.
Nella giornata di lunedì scorso ha preso il via la ‘staffetta’ chirurgica che ha visto, in sequenza, l’espianto del rene dalla donna 46enne, la valutazione dell’organo ‘su banco’ e, infine, una volta constatata la possibilità di utilizzarlo per un’altra persona, il trapianto del rene su un paziente di 51 anni, sganciato dalla dialisi, è in condizioni di costante miglioramento presso la terapia semi-intensiva della Nefrologia universitaria.
Nella reportistica mondiale è la prima volta che viene utilizzata la chirurgia robotica a fronte di una situazione anatomica vascolare estremamente più complessa. La nefrectomia è stata eseguita dal professor Paolo Gontero (Direttore dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino), insieme al dottor Alessandro Greco ed agli anestesisti Alessandra Davi ed Elisabetta Cerutti.
“La chirurgia robotica – spiega Gontero – è stata fondamentale in questa particolare situazione di un rene in posizione anomala a stretto contatto con l’utero e con una vascolarizzazione complessa. L’aiuto del robot ha permesso l’accuratezza chirurgica necessaria in un intervento così delicato. Il robot Da Vinci di ultima generazione in dotazione presso la Città della Salute viene correntemente utilizzato in campo urologico per interventi oncologici su prostata, rene e vescica”.
Il dottor Maurizio Merlo (Direttore della Chirurgia Vascolare ospedaliera delle Molinette), che insieme al dottor Aldo Verri ed agli anestesisti Antonella Marzullo e Luisella Panealbo (dell’équipe dottor Pier Paolo Donadio) ha eseguito la ricostruzione vascolare del rene ed effettuato la fase vascolare del trapianto, sottolinea come “si sia trattato di un rene con una complessità di arterie mai presentata prima d’ora per un trapianto nella trentennale tradizione della Chirurgia Vascolare ospedaliera delle Molinette, abituata ad operare su tutti i distretti vascolari anche in condizioni sia di estrema urgenza che di difficoltà. Tale esperienza maturata in decenni di attività ha consentito di risolvere anche questa situazione permettendo il trapianto di questo rene”.
La fase successiva è poi stata eseguita dai dottori Omid Sedigh ed Andrea Bosio, urologi, che hanno ricostruito la complessa via urinaria del rene, anch’essa anomala, insieme a quella del ricevente. In conclusione “due situazioni di sofferenza e di calvario – sottolinea il prof. Luigi Biancone, responsabile del programma di trapianto renale delle Molinette – sono state trasformate entrambe in lieto fine, grazie alla generosità della signora ed all’esperienza pluridisciplinare del trapianto renale di  Torino che si è dimostrata ancora una volta vincente”.

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