Chiamate moleste e nuove intestazioni di utenze effettuate ‘a tradimento’: è la truffa del Pod. Ecco cos’è e come difendersi

Telefonano con una scusa e carpiscono con l’inganno informazioni preziose sulla vostra utenza: è la truffa del Pod, pratica illegale che si sta diffondendo sempre di più.

Il Pod (Point of delivery) è il codice che identifica l’utenza di energia elettrica di una determinata persona.

Questo codice, solitamente, viene riportato nella parte superiore della bolletta della luce e rappresenta un dato molto importante per i truffatori.

Il modus operandi è, in genere, questo.

Telefonano con insistenza e, dopo averlo carpito all’utente con un pretesto, lo utilizzano per intestargli un diverso e più oneroso contratto di fornitura di energia.

Le vittime della truffa del Pod vengono di solito contattate telefonicamente da un soggetto che si qualifica come un operatore di call center di una compagnia.

Costui, fingendo di volere chiarimenti, chiede all’utente di fornirgli il codice POD per fare un controllo. A volte sostiene di dover sistemare un immaginario inconveniente e, magari, applicare una tariffa più conveniente.

Ma spesso e volentieri la medesima truffa viene perpetrata porta a porta da parte di giovani che si presentano esibendo un tesserino identificativo di dubbia provenienza.

A quel punto, richiedono le medesime informazioni chiedendo di visionare l’ultima bolletta della luce per poter valutare la possibilità per l’utente di accedere a una tariffa più vantaggiosa.

Ma come ci si può tutelare?

In entrambi i casi, è sempre opportuno non comunicare il proprio codice Pod e nemmeno consegnare la vecchia bolletta.

Infatti, è sufficiente la circostanza in cui venga richiesto il POD per insospettirsi.

Si tratta di un importante campanello d’allarme da non trascurare: il proprio fornitore di energia elettrica, infatti, è sempre a conoscenza di tale codice.

Inoltre, è sconsigliato anche sottoscrivere offerte se si è in presenza di situazioni dubbie come quelle appena rappresentate.

Al telefono, inoltre, bisogna evitare di pronunciare la parola “sì” che viene poi spesso utilizzata, con un abile copia e incolla, come risposta di assenso alla stipula di un contratto.

Contratto che, spesso e volentieri, non avevamo alcuna intenzione di sottoscrivere.

Infine, andrebbe immediatamente contattato il proprio fornitore per segnalare l’accaduto.

Laddove poi si rimanesse vittime di tale truffa, la segnalazione va fatta al vecchio fornitore, al nuovo fornitore e alla polizia.

Le forze dell’ordine sapranno orientare la vittima sulle mosse da compiere per evitare ulteriori raggiri.

 

 

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2 Commenti

  1. a mia suocera è successo ma le hanno chiesto, di persona, il nome e il codice fiscale, dicendo che era per qualcosa che riguardava il contatore. anche con quei dati possono cambiare il contratto?

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