Due medici e un farmacista sono stati condannati per una truffa sulle ricette mediche. Hanno compiuto un raggiro da almeno 300 mila euro

Un caso di truffa sulle ricette mediche ha coinvolto due medici e un farmacista, tutti e tre condannati. È accaduto a Rovereto.

Ma ecco cos’era accaduto.

La farmacia De Probizer avrebbe, per l’accusa, gonfiato il fatturato, grazie alla complicità di otto medici, che avrebbero compilato ricette a pazienti ignari o – in alcuni casi – deceduti.

Il meccanismo della truffa sulle ricette mediche sarebbe stato quello di chiedere rimborsi su medicine di fatto mai vendute.

A questo si aggiungeva la pratica degli anticipi. Le medicine venivano date a malati cronici senza ricetta (veniva inviata il giorno dopo) e senza farli pagare.

Due gli elementi su cui ha insistito la procura, a sostegno della tesi: la riduzione del 20% del fatturato della farmacia, dopo le prime perquisizioni, e l’anomala quantità di farmaci buttati in quel punto vendita, rispetto alla media del Trentino.

Per questo il pm ha chiesto la condanna sia di Paolo De Probizer che delle due figlie, Eleonora e Maria Luisa, oltre che del dipendente Tareck El Banna, nei guai pure per falso e esercizio abusivo della professione medica, in quanto trovato in possesso di un ricettario in bianco firmato. Quanto ai medici, sarebbero stati conniventi.

Questi ultimi, però, hanno ribadito tutti la stessa tesi. A loro avviso i farmaci erano stati prescritti a pazienti a cui servivano. In caso di ricette multiple il problema è derivato da un malfunzionamento delle ricette elettroniche. E quanto ai pazienti deceduti, si sarebbe trattato di omonimia. Una tesi che ha convinto, tranne che per i due medici condannati.

I tre condannati sono il titolare di una farmacia, Paolo De Probizer (per un solo capo d’accusa, pena di 1 anno e 6 mesi, mille euro di multa) e due medici, Francesco Lunardi assistito dall’avvocato Cristina Luzzi e Alexander Gutman con gli avvocati Marika De Carlo e Bruno Mellarini: per entrambi un anno e un mese, più 600 euro di multa.

Le condanne sono state emesse nell’ambito di un processo ben più ampio, che aveva coinvolto quattro farmacisti della de Probizer di Villa Lagarina e 8 medici. Tuttavia, non tutto l’impianto accusatorio ha retto.

Le imputazioni erano concorso esterno in associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Un raggiro, quello della truffaa sulle ricette mediche, da almeno 300 mila euro, per un danno chiesto dall’Azienda sanitaria di 800 mila.

È andata a finire diversamente: per tutti è caduta l’accusa di associazione a delinquere, mentre, dei 12 imputati, solo in tre sono usciti dal tribunale con una condanna.

I condannati dovranno risarcire l’Azienda sanitaria dei danni, da quantificare in sede civile. Per il momento c’è solo una provvisionale di 25 mila euro. Tanto che l’avvocato Paolo Dal Rì e Nicola Degaudenz, difensore della famiglia De Probizer, pur annunciando appello è evidentemente soddisfatto. “Restano in piedi solo pochissimi episodi – ha dichiarato – che siamo sicuri di poter smontare in appello”.

 

 

 

 

 

 

 

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