Ancora una sentenza che uccide l’equità: un maggior danno da errore medico completamente saltato

Hanno ucciso il maggior danno biologico perché non ne comprendono il significato o perché esiste pigrizia cerebrale?
La medicina legale deve darsi da fare presso i tribunali per far resuscitare un concetto di semplice intuizione anche per chi non ci crede. Il maggior danno è il concetto che più sia avvicina a quello dell’integralità del risarcimento ed è quello che sfrutta la logica matematica come più volte spiegato su queste pagine.
Si allega uno stralcio di una sentenza di un sinistro che ho seguito personalmente un bel mucchio di anni fa ed il ctu era un buon ortopedico ma non certo un buon valutatore. Ma questo non è il primo problema visto che poi il giudice malgrado si parlasse di un maggior danno lo ha trattato come un danno “indifferenziato”.
Si parlava di un danno subito da un soggetto, contadino di professione, ultrasessantacinquenne, a seguito di un sinistro stradale che aveva riportato fratture multiple agli arti inferiori che al PS e durante il ricovero erano state solo in parte diagnosticate.
La responsabilità dei medici veniva riconosciuta dal ctu che valutava lo stato complessivo del paziente (almeno per quanto riguarda gli arti inferiori) nella misura del 22-25% riconoscendo però di tale danno una percentuale del 9% a carico dei sanitari.
Il ctu si esprimeva precisamente come maggior danno e così lo riportava in sentenza il giudice che definiva la stessa consulenza priva di vizi logici e scientifici. Ma al momento della “traduzione monetaria” il giudice prendeva questo 9% e lo posizionava all’interno delle tabelle di Milano e concludeva con la valutazione di circa 15 mila euro senza soffermarsi sul concetto di danno differenziale e sul suo calcolo.
Insomma appare a chi scrive che il giudice non conosca completamente il concetto di danno differenziale e del suo valore economico tanto da lasciare il sottoscritto stupefatto e convinto più che mai di consigliare al paziente un ricorso in appello solo per questo motivo che non è poi poco.
Ma che significa maggior danno?
E’ la differenza di esito in termini di danno biologico tra lo stato attuale e quello che ci si sarebbe atteso con una assistenza al paziente secondo la leges artis. Quindi se il danno attuale è 24% (arrotondamento della valutazione 22-25% del ctu) e il danno atteso 15%, il danno differenziale del 9% andrà calcolato come differenziale economico tra il valore del 24% e quello del 15%.
Il tutto significa dover risarcire il paziente con la somma di 45mila euro e non 15mila. Insomma un furto involontario a spese di un cittadino danneggiato ingiustamente e già precedentemente mal risarcito dalla compagnia di assicurazione. Insomma, come si dice al mio paese, paziente cornuto e mazziato!
Quindi è giusto affermare che hanno ucciso il maggior danno e che la medicina legale deve intervenire seriamente sui giudici di merito per far comprendere loro che non è questa la verità?
Per fortuna che non tutti i giudici di merito sono distratti!
 

Dr. Carmelo Galipò

(Presidente Accademia della Medicina Legale)

Leggi uno stralcio della sentenza
 
 
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