Il 1° maggio nasce a Roma Unione Lavoratori Sanità, un sindacato che intende rappresentare la classe lavoratrice del sistema sanitario italiano.

Ha scelto il 1° maggio per annunciare la sua fondazione l’ Unione Lavoratori Sanità, il nuovo sindacato autonomo e di base che intende rappresentare tutti i lavoratori della sanità italiana.

“È nato a Roma, dopo anni di lotte e contrasti nel settore con esperienze sindacali diverse – dichiarano i soci fondatori- , l’Unione Lavoratori Sanità un sindacato nazionale autonomo e di base che intende rappresentare la classe lavoratrice del sistema sanitario italiano”

“Nel quadro complessivo di arretramenti e sconfitte susseguitesi negli anni per le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica e privata – afferma in una nota il sindacato Unione Lavoratori Sanità – tutte le conquiste e i diritti sono stati messi gradualmente in discussione”.

Questo è avvenuto “in nome di politiche di tagli e contenimento della spesa”.

Un trend che, per ULS, predilige “il profitto dei datori di lavoro rispetto alle condizioni lavorative e al diritto sancito dall’art.32 della Costituzione italiana per una sanità gratuita e universalistica”.

La nuova formazione sindacale intende superare invece le differenze tra i lavoratori. Ma, soprattutto,  unire le forze.

Come? “Conducendo una vera lotta per garantire il diritto universale alla salute e soddisfare gli interessi degli operatori della sanità, rivendicando più diritti e salario”.

A questo scopo, ULS pone l’accento sull’importanza del sindacalismo autonomo, libero e di base.

Quello, cioè, che prevede la partecipazione attiva dei lavoratori coinvolti. Il tutto però all’insegna dell’unione.

“Non crediamo al frazionamento sindacale delle varie categorie degli operatori sanitari – scrive il sindacato – perché reputiamo che unendo le forze di ogni professionista, dalla dirigenza medica al comparto e a tutti quei lavoratori che esercitano in ambito sanitario, tenendo conto dei problemi che riguardano le singole categorie, si possano porre le basi per fronteggiare i tagli di spesa, i comportamenti datoriali, le violazioni e l’attacco continuo ai diritti dei lavoratori”.

La nota del sindacato ricorda che lo stesso si finanzierà con il solo contributo degli iscritti e ad alcune forme di autofinanziamento.

Il tutto proprio allo scopo di “rimanere slegati e liberi sempre e comunque da logiche di potere”.

“Non accettiamo contributi dai datori di lavoro, dai governi e dai partiti”, concludono.

 

 

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