Un caso di malpractice medica in cui il paziente è stato risarcito con 300mila euro e il primo errore dei medici è stato nella negligente informativa

È un caso che ho seguito qualche anno fa e che abbiamo transatto prima del deposito della CTU per la volontà del paziente. La relazione tecnica di parte è diventata una tesina presentata al convegno del SIMLA (se non ricordo male) per la caratteristica dell’indagine condotta sulla errata informativa fornita al paziente dal neurochirurgo.
In tale relazione si partiva da una dichiarazione del paziente che affermava che il neurochirurgo gli aveva detto che dopo una settimana dall’intervento avrebbe ricominciato a camminare normalmente, mentre gli esiti sono stati una vera tragedia (paraplegia).
È noto come la verificazione di un consenso informato è un fatto di diritto fuori dalle competenze del ctu, il quale può al massimo verificare la presenza in cartella del foglio di consenso sul quale dare un parere di chiarezza, oltre che annotare le dichiarazioni del paziente in sede di operazioni peritali.
In questa relazione si è voluto dimostrare come il ruolo del ctu “sveglio” sia importante anche su tale questione di diritto. In questo caso il consulente sveglio è stato quello di parte che, tramite studi scientifici, ha verificato la bontà delle dichiarazioni del paziente e quindi dell’inesatta “promessa” fatta dal chirurgo.
Insomma, se il consulente tecnico sapesse fare bene il proprio mestiere, davvero sarebbe il vero protagonista del contenzioso medico legale sia in fase stragiudiziale (come in questo caso) che in quella giudiziale.

La storia clinica del sig. V.M.

Il sig. V. M. dal mese di dicembre dell’anno 2003 lamentava ipostenia ingravescente agli arti inferiori nonché coxalgia dx. Eseguiva pertanto una mielografia e una mielo-TC in data 14.10.2004 che dimostrava difficoltà di passaggio del mezzo di contrasto che scorreva maggiormente lungo la paramediana di sn, delineando un ampio difetto di riempimento sulla paramediana anteriore dx. L’estensione di tale comparto andava da T3-T4 fino a T7. Il controllo a 24 ore con TC evidenziava peraltro opacizzazione anche di tale distretto, riconducibile a cisti intramurale con meccanismo di riempimento a valvola del comparto subaracnoideo…. Veniva quindi deciso il ricovero in Ospedale dove, in data 24.11.2004, veniva eseguito intervento chirurgico di laminectomia ed apertura e svuotamento cisti.
In data 13.12.2004 veniva disposto il trasferimento presso la riabilitazione. Presso tale struttura il pz palesava paresi della muscolatura degli arti inferiori e vescica neurologica; era infatti in grado di deambulare per brevi tratti con l’ausilio di un deambulatore e l’utilizzo di una molla di Codivilla a dx. La RM cervico-dorsale del 02.02.2005 manifestava la persistenza di alterazioni diffuse del midollo dorsale con cavità siringomielica dorsale e verosimili aderenze midollari col sacco durale. Il 02.03.2005 il dr. A. C. certificava l’aggravamento del pz affermando: “Ora è paraparetico grave più a dx, con apertura bilaterale. Muove dita piede sn, solleva poco il piede, meno a dx. Non solleva la gamba dx. Ipertonia muscolare.”. Anche in data 19.03.2005 il dr. P. C. certificava: “Operato il 24.11.2004 per cisti aracnoidea dorsale presso la neurochirurgia. Esitava paraparesi con sporadicità parzialmente controllata […]”. Nonostante l’intensa riabilitazione praticata presso l’Ospedale, alle dimissioni risultava una paraparesi con deficit motorio prevalente a dx distale (a livello prossimale si segnala invece marcata ipostenia sui glutei), […] La marcia paraparetospastica avveniva con l’ausilio di due appoggi antibrachiali […]”.
Il perdurare dell’invalidità portava i sanitari a consigliare l’uso della carrozzina. Nonostante i ripetuti controlli e ricoveri, il paziente non mostrava segni di sostanziale miglioramento. Ad oggi il paziente è sulla sedia a rotelle ed evidenzia un tono dell’umore depresso.
Date una “sbirciata” alla relazione tecnica (un sunto accattivante) e se ne avete voglia diteci la vostra.

Dr. Carmelo Galipò

(Pres. Accademia della Medicina Legale)

 
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