La pubblicazione di video e foto sui social network, a determinate condizioni, può avere conseguenze penali rilevanti per chi le posta

Giro di vite sulla pubblicazione di video e foto sui social. Nell’ambito della riforma della disciplina delle intercettazioni, configureranno un reato. A condizione che vi sia l’intento di danneggiare il soggetto registrato o immortalato senza esserne informato.
Con la legge delega numero 103/2017 di riforma del processo penale, al Governo vengono lasciati tre mesi. In quest’arco temporale, che termina a novembre, il Consiglio dei Ministri dovrà provvedere a stabilire le sanzioni per chi diffonde conversazioni o riprese video. A patto che lo scopo di questa pubblicazione, sia di danneggiare un altro soggetto. Con questa premessa, risulta evidente che il diritto di cronaca e quello di difesa resteranno quindi garantiti.
La condizione essenziale perché sia considerato un reato, è che la pubblicazione sia mossa dall’intenzione di arrecare danno all’immagine o alla reputazione di una persona. In tale contesto, l’importanza del ruolo svolto dai social network è intuitiva. La potenza del mezzo tecnologico, se il fine è quello di nuocere ad un soggetto terzo, non ha uguali. La diffusione di immagini fraudolente, attraverso questi nuovi strumenti digitali, rischia infatti di risultare particolarmente capillare. Consapevole di questa possibilità, il Parlamento ha delegato il Governo a prevedere pene particolarmente rigide per questo reato.
Pubblicare video e foto sui social, con l’intenzione di danneggiare una persona, può costare davvero caro. Il reato potrà essere punito, secondo le istanze del legislatore, fino a quattro anni. La decisione ora spetta all’ organo esecutivo che ha ricevuto la delega. Tre mesi di tempo per stabilire con esattezza le modalità che determinano questo tipo di delitto e le relative pene.

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