Save the Children: su 100 violenze commesse contro le donne tra le mura domestiche, oltre 65 si sono svolte in presenza di figli minori

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«I due terzi dei figli delle donne che subiscono soprusi hanno assistito a questi episodi e in 1 caso su 4 ne sono stati direttamente coinvolti. Nel 2014 sono stati 50mila i casi dei bambini diventati essi stessi oggetto di gravi minacce da parte di partner aggressivi e violenti, come forma di ritorsione contro le madri. Anche questi bambini sono vittime di quelle violenze ed è fondamentale proteggerli e tutelarli da ogni forma di maltrattamento, che in questi casi è soprattutto una violenza psicologica».

Questa l’allarme lanciato da Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia – Europa di Save the Children che, per la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, invita a prestare maggiore attenzione anche al tema della “violenza assistita” da parte dei figli delle vittime. “Violenza assistita” è infatti il termine che sta ad indicare tutti quei casi in cui un bambino assiste ad atti violenti tra familiari, normalmente a danno della madre.

«Le violenze sulle donne, quando sono madri, colpisce anche i bambini che assistono agli episodi di maltrattamento, lasciando su di loro tracce indelebili», ricorda Raffaela Milano. «La violenza familiare è anche la più silenziosa, quella più difficile da raccontare, che viene spesso spesso negata dalle stesse vittime. Vi sono donne che non si allontanano dal partner violento spesso proprio per non turbare la serenità dei figli, senza considerare che questa serenità è di fatto già gravemente compromessa. I bambini non sono mai semplici spettatori e spesso queste situazioni familiari hanno su di loro un impatto drammatico sia di tipo fisico e psicologico che morale, con ripercussioni che possono durare tutta la vita».

Tra i bambini che assistono alla violenza del padre sulla madre sale anche la probabilità di divenire in seguito partner violenti

dal 5,2% al 22% i maschi adulti violenti

Le situazioni di forte violenza all’interno del contesto familiare generano conseguenze molto gravi anche nella capacità da parte delle madri di rapportarsi con i figli: il 15% delle donne vittime di violenza dichiara infatti di avere difficoltà nell’educazione dei propri ragazzi. Molte denunciano anche perdita di autostima, ansia, attacchi di panico, fobie, disturbi del sonno e dell’alimentazione.

«È necessario non solo rafforzare la rete di sostegno alle donne vittime di maltrattamenti, ma anche considerare in modo particolare le ripercussioni sui loro figli, potenziando su tutto il territorio nazionale la rete dei servizi sociali e sanitari per contrastare la violenza assistita, un fenomeno gravissimo e ancora oggi troppo spesso trascurato”, conclude Raffaela Milano. “Bisogna sensibilizzare, formare e lavorare in collaborazione con pediatri, insegnanti, operatori delle forze dell’ordine e con tutti coloro che possono svolgere un ruolo attivo nell’individuare e nel proteggere i bambini che vivono questo dramma tra le mura domestiche, promuovendo la crescita di una formazione specifica nel nostro paese per la prevenzione e per la presa in carico delle vittime».

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1 commento

  1. Unire il brand “leDonne” con i bambini è chiaramente strumentale. Negare poi che la gran parte delle liti in famiglia vengano scatenate dalle donne che sono tipicamente quelle che hanno poi i vantaggi conseguenti è proprio il sintomo della disonestà intellettuale imperante.

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