Entro il 31 gennaio  medici e dentisti dovranno inviare per via telematica le fatture relative a spese sanitarie da inserire nel 730 precompilato.

Questo quanto stabilito all’art. 3, comma 3, del D.Lgs. 175/14 e s.m.i. le procedure, tuttavia, stanno subendo un evidente rallentamento e presentano non poche criticità per i professionisti coinvolti. A lanciare l’allarme è la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ( FNOMCeO) che ha chiesto l’intervento del  Ministro dell’Economia e delle Finanze, Prof. Pier Carlo Padoan, affinché il Governo valuti l’opportunità di concedere una proroga. “Tutto questo- si legge in una nota emanata da FNOMCeO – con l’obiettivo di procedere alla risoluzione di evidenti criticità tecniche che i medici e gli odontoiatri e gli eventuali consulenti delegati stanno incontrando nell’invio dei dati.”

“Appare quindi necessario- continua la nota- che l’applicazione di tali disposizioni venga posticipata nella attesa della risoluzione di tali criticità e dell’emanazione di una circolare interpretativa da parte dell’Agenzia dell’Entrate per chiarire l’ambito di applicazione della normativa con particolare riferimento alle Società e al quadro sanzionatorio. Devono essere stabiliti, infatti, i casi in cui le sanzioni trovino applicazione e le relative modalità e deve essere chiarito cosa si intenda per  mancata applicazione delle sanzioni in caso di “lieve tardività” nella trasmissione dei dati”.
Ad essere interessati sono infatti circa 200.000 professionisti con partita IVA che svolgono attività in privato non intramoenia e che dovranno inviare i dati delle fatture attraverso l’accreditamento al Sistema Tessera Sanitaria (STS).

E sono proprio questi grossi numeri a intoppare il sistema. A spiegare meglio la questione all’agenzia ANSA è Guido Marinoni, componente del Comitato Centrale Fnomceo “…L’accreditamento procede a rilento. Gli ordini stanno assegnando in queste settimane le credenziali per registrarsi al sistema Ts, che vanno ritirate dal diretto interessato o da un delegato o, per chi ne ha i requisiti, ricevute tramite posta elettronica certificata”.
La questione sanzionatoria è un punto dirimente e che impensierisce non poco i diretti interessati. Per ogni fattura non trasmessa la sanzione ammonterebbe infatti a un minimo di 100 euro, mentre permane l’incertezza sul “lieve ritardo”.

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