Troise: servono investimenti concreti, quanto vogliono aggiungere Governo e Regioni?

“E’ una grossa sciocchezza individuare l’attività intramoenia come causa delle liste d’attesa”. Lo sostiene il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Costantino Troise, nell’ambito del dibattito rilanciato nei giorni scorsi dalla presentazione da parte della Regione Lazio del decreto per il Governo delle  Liste d’attesa 2016-2018. Troise ribadisce una posizione già espressa dal Segretario della sezione laziale del Sindacato, Guido Coen Tirelli, secondo cui l’intramoenia rappresenta un istituto che viene esercitato al di fuori dell’orario dedicato all’attività istituzionale e, quindi, con essa non può confliggere.
La libera professione intramuraria, secondo Troise, riguarderebbe solo lo 0,30% dei ricoveri e l’8% delle prestazioni ambulatoriali. “Considerando i 50 mila camici bianchi che l’hanno scelta, parliamo di 2 visite alla settimana per professionista. Con un onorario che, tra l’altro, viene condiviso con due ‘soci occulti’: per il 30% con l’azienda sanitaria e per il 40% con lo Stato attraverso le tasse”. Inoltre, “il fatturato che i medici incassano per intramoenia viene decurtato del 5% proprio per l’abbattimento delle liste d’attesa come prevede la legge Balduzzi”.

Insomma, secondo l’Anaao, tra tasse versate, decurtazioni del fatturato e percentuali trattenute sulle parcelle, ci sarebbe un ‘tesoretto’ di circa 650 milioni di euro. Di qui la proposta dei medici e dirigenti del Ssn di utilizzare tali risorse per un piano di investimenti concreti finalizzato all’abbattimento delle liste d’attesa. “Quanto vogliono aggiungere Governo e Regioni? –  chiede Troise – Parliamone e facciamo una campagna nazionale, con un investimento serio perché il vero problema è organizzativo”.

L’allungamento delle liste d’attesa, infatti, secondo l’Associazione, deriverebbe da molti fattori. Il primo, preponderante, sarebbe il tempo dei professionisti. Poi ci sarebbero tutte le risorse delle strutture, la presenza di infermieri, le tecnologie aggiornate, il controllo della domanda attraverso la riduzione delle richieste inappropriate e molto altro. Il nodo del problema sarebbe nella ‘contrazione’ del personale sanitario. “In tre anni abbiamo perso 9 mila medici, senza contare tutte le sostituzioni mancate, come succede in molti casi per la gravidanza. Senza invertire la tendenza – conclude il Segretario Anaao – ridurre le liste d’attesa è solo una pia intenzione”.

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