Evidenti i riferimenti allo Smi, Sindacato Medici Italiani, che nelle scorse ore aveva ribadito l’illegittimità di diversi aspetti del testo dell’Atto di Indirizzo elaborato dalla Sisac

Assume toni sempre più accesi lo scontro intorno al testo della Convenzione della medicina generale; il nuovo capitolo però non vede opporsi Governo o Regioni alle sigle sindacali, ma è tutto interno al mondo dei sindacati stessi e nello specifico vede contrapposti la Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale e lo Smi, Sindacato Medici Italiani.

Lo Smi, aveva ribadito nei giorni scorsi in una lettera aperta rivolta al presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Massimo Garavaglia, che il testo dell’Atto di Indirizzo presenta diversi profili di illegittimità, lamentando inoltre di non essere stato coinvolto nella stesura del testo elaborato dalla Sisac, a differenza di altri sindacati, con evidente riferimento proprio alla Fimmg, che, secondo le parole del Ministro Beatrice Lorenzin era stata parte attiva nella formulazione della proposta.

Ieri la Fimmg ha deciso di intervenire a sua volta con un comunicato in cui afferma di ritenere  “paradossale quanto si evidenzia nelle comunicazioni di questi giorni da parte di alcuni sindacati minoritari dell’area convenzionata”. La Fimmg imputa a tali sindacati minori di affermare che i percorsi di rinnovo della ACN per la medicina generale sono viziati da illegittimità, senza tuttavia “attivare gli atti conseguenti, che imporrebbero documentate denunce alla magistratura e l’assunzione della responsabilità per l’ennesimo rinvio alle ‘calende greche’ della nuova Acn”. Nella nota della Federazione dei medici di medicina generale si sottolinea poi che “a fronte di tutta questa aggressione verbale nei confronti anche della Fimmg si ha il coraggio di porre una richiesta di confronto per realizzare una unitarietà di intenti, che nei fatti si vilipende”.

Il sindacato ritiene pertanto necessario rappresentare ai medici di medicina generale italiani che “Fimmg, avuta conferma anche dagli eventi più recenti della bontà delle proprie idee, resta fedele alla piattaforma già presentata nell’aprile 2014 e, per quanto riguarda il tema di questi ultimi giorni, a chi vuole mantenere in ambiti assicurativi le tutele della fragilità (primi 30 giorni, IPM) risponde, con coerenza rispetto a quanto fino ad ora solo da noi sostenuto e fatto, che tali aspetti vanno risolti nell’ambito dell’Enpam quale ente di previdenza e assistenza dei mmg”.

“Rispetto all’assistenza di malattia per i primi 30 giorni –  prosegue la nota – si deve poi precisare che la posizione dei Ministeri vigilanti è stata sempre interpretata da Fimmg come interlocutoria e non ostativa in assoluto, tanto è vero che ora fonti accreditate pubblicamente asseriscono che sembra prossima una autorizzazione all’Enpam ad erogare l’assistenza diretta”.

Per concludere La Fimmg ribadisce l’intenzione di proseguire per la sua strada con determinazione e senza cedere a provocazioni o perdere tempo dietro le polemiche “di chi privilegia interessi di bottega, come palesemente fatto con i ricorsi, respinti, contro l’ente previdenziale, preferendo con esso una franca interlocuzione programmatico/strategica a favore della categoria”.

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