Realizzato al San Raffaele di Milano il primo intervento interamente endovascolare, con protesi personalizzata, per curare un aneurisma dell’arco aortico

Per la prima volta in Italia è stato eseguito un intervento completamente endovascolare per curare un aneurisma dell’arco aortico con una protesi personalizzata. L’operazione è stata condotta presso l’Unità di Chirurgia vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, diretta dal professor Roberto Chiesa.
La struttura è una delle istituzioni più all’avanguardia al mondo per il trattamento chirurgico ed endovascolare degli aneurismi dell’aorta toraco-addominale, dell’arco aortico e dell’aorta addominale. In particolare, negli ultimi 5 anni, sono stati trattati circa 100 pazienti affetti da aneurismi complessi altrimenti non operabili. Il tutto grazie a un programma endovascolare avanzato che permette il trattamento mini-invasivo con endoprotesi fenestrate e ramificate.
L’aneurisma è una dilatazione progressiva di un tratto dell’arteria causato da un’alterazione delle sue pareti. Il maggior pericolo è costituito dalla possibile rottura dell’aneurisma con conseguente emorragia interna che mette in pericolo la vita dei pazienti. Tra i fattori di rischio principali ci sono l’età, la familiarità, i livelli elevati di colesterolo nel sangue, il diabete e il fumo di sigaretta.
L’aneurisma può interessare tutte le arterie e anche l’aorta, nel tratto toracico, toraco-addominale o addominale. Nei pazienti sopra i 75 anni o con un quadro clinico complesso la chirurgia tradizionale, che prevede l’apertura chirurgica dello sterno, non è attuabile. Per questo nel corso degli ultimi anni l’équipe di Chirurgia Vascolare ha maturato grande esperienza con le metodiche endovascolari, che prevedono l’accesso attraverso i vasi sanguigni. Il tutto senza dover aprire il torace.

L’intervento mini-invasivo endovascolare, come quello eseguito pochi giorni fa prevede due piccole incisioni in corrispondenza di due grosse arterie periferiche – all’inguine e al braccio – e l’inserimento di un catetere che trasporta un’endoprotesi fino al tratto di aorta malato.

L’endoprotesi è costruita ad hoc in base alle caratteristiche anatomiche del paziente, ed è composta da stent metallici e tessuto in Dacron. Lo strumento permette di escludere l’aneurisma dal circolo del sangue, evitandone la rottura, e preservando allo stesso tempo la perfusione cerebrale e coronarica. Questa particolare protesi, inoltre, presenta una “finestra” che consente di mantenere il flusso ai vasi cerebrali.
Il paziente trattato, un uomo di 67 anni, era già stato sottoposto a un precedente intervento cardiochirurgico di bypass coronarico. Pertanto risultava a elevato rischio per la chirurgia tradizionale “a cuore aperto”. Dopo una TAC coronarica, i chirurghi e gli ingegneri clinici hanno studiato la possibilità di costruire un’endoprotesi personalizzata. L’intervento, durato 2 ore e il paziente dopo 3 giorni è stato dimesso e sta bene.
“Siamo molto fieri dell’esito di questo complesso intervento, che dimostra quanto l’Ospedale San Raffaele sia un polo di eccellenza per la diagnosi e la cura della patologia aortica”, spiega il professor Chiesa. “Oggi, l’esperienza maturata dal nostro centro nella cura endovascolare della patologia aortica complessa con protesi ramificate e fenestrate dell’aorta toraco-addominale ci ha permesso di estendere le indicazioni anche a distretti ancora più complessi quali l’arco aortico. Auspichiamo – conclude – che nel futuro saranno sempre di più le persone operabili con queste tecniche endovascolari avanzate”.
 
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