Il ginecologo agli arresti domiciliari si prepara all’interrogatorio di garanzia annunciando che porterà al gip elementi a supporto della sua innocenza

Severino Antinori, per mezzo dei suoi avvocati, ha reso noto di aver iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il provvedimento di fermo emesso dal tribunale di Milano che gli imputa di aver prelevato con la forza e senza alcuna autorizzazione, lo scorso 6 aprile, ovuli a un’infermiera spagnola di 24 anni. I legali del ginecologo hanno annunciato che depositeranno un ricorso al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza che ha disposto i domiciliari del loro assistito.

Antinori dovrebbe presentarsi nei prossimi giorni davanti al gip di Roma per l’interrogatorio di garanzia. Il medico fa sapere di non vedere l’ora di essere ascoltato e chiarire la sua posizione, annunciando di che presenterà al giudice una lettera che la ragazza spagnola gli avrebbe inviato 3 giorni dopo l’operazione, in cui la giovane chiederebbe il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato da infermiera, oltre al risarcimento del danno, minacciando iniziative in caso di diniego; una “anomalia”, secondo la difesa di Antinori, mentre i legali della presunta vittima sostengono invece che si tratti semplicemente di una richiesta di regolarizzazione di un rapporto lavorativo in nero.

Altro elemento su cui farà leva la difesa è quello del consenso. Per i legali di Antinori la 24enne avrebbe firmato un modulo di adesione al programma di ovulodonazione e successivamente un consenso informato, sostenendo che la ragazza sarebbe anche stata supportata da uno piscologo che ne avrebbe attestato la scelta. Inoltre, la stessa infermiera, in un primo momento, avrebbe affermato alla polizia di avere firmato il modulo di consenso informato per l’operazione, senza capire, per incomprensione delle lingua italiana, cosa ci fosse scritto; solo in un secondo momento, di fronte ai Nas, avrebbe invece disconosciuto le firme sui moduli.

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