Nell’inchiesta sugli appalti truccati al Cardarelli finiscono ai domiciliari il manager dell’ospedale Verdoliva e l’imprenditore Alfredo Romeo

L’inchiesta sugli appalti truccati al Cardarelli ha coinvolto già 16 persone e sembra destinata ad allargarsi.
L’indagine è stata condotta dai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Francesco Raffaele. Il tutto con la supervisione dell’aggiunto Filippo Beatrice.
L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, firmata dal gip Mario Morra, è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Napoli.
Al momento, agli arresti i domiciliari per corruzione sono finiti l’imprenditore Alfredo Romeo, imputato a Roma anche nel caso Consip. Oltre a lui, ai domiciliari per corruzione e abuso d’ufficio finisce anche il manager dell’ospedale Cardarelli Ciro Verdoliva. Coinvolti anche il dirigente della Romeo Ivan Russo e il dirigente comunale in pensione Giovanni Annunziata.

Nell’inchiesta sugli appalti truccati al Cardarelli ci sono tre filoni di ipotesi corruttive.

Questi sono relativi ad appalti riconducibili all’ospedale Cardarelli di Napoli, al Comune di Napoli e alla Soprintendenza per i beni culturali di Roma.
L’inchiesta è condotta dai magistrati della Dda di Napoli e della sezione reati contro il patrimonio della procura partenopea,
L’ex dirigente del Comune di Napoli arrestato, Giovanni Annunziata, è il funzionario che, secondo i pm napoletani avrebbe confezionato un “dossier” contro Luigi de Magistris prima delle amministrative.
Un dossier probabilmente realizzato con il contributo della Romeo Gestioni.

Nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati al Cardarelli, la misura cautelare ha riguardato 16 persone. I reati vanno dalla corruzione alla frode.

Nei confronti degli altri 12 indagati sono state disposte misure interdittive.
Gli altri indagati – oltre a Romeo, Verdoliva, Annunziata e Russo – sono altri due manager del gruppo Romeo, Enrico Trombetta e Raffaele Scala.
Oltre a loro, è coinvolta la funzionaria della Soprintendenza di Roma, Rossella Pesoli e il funzionario del Comune di Napoli, Leandro De Felice.
Tra gli indagati anche i finanzieri Biagio Castiello e Gennaro Silvestro; Sergio Di Stasio del Nas e il vigile urbano Carmen Minopoli; Gennaro De Simone e Achille Tatangelo.

Non è stata inoltre riconosciuta né l’ipotesi dell’associazione a delinquere, né l’aggravante del metodo mafioso per i capi d’imputazione di Alfredo Romeo.

Inoltre, non vi sarebbero legami tra questa inchiesta e l’indagine Consip, sebbene Romeo sia coinvolto in entrambe.
L’imprenditore era stato arrestato il 1 marzo scorso. Era poi tornato in libertà il 16 agosto con l’annullamento della misura cautelare da parte del Tribunale del Riesame di Roma.
 
 
 
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