A Monopoli, in provincia di Bari, eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare. A Napoli spiccati 60 avvisi di garanzia. Le indagini hanno portato allo scoperto un diffuso assenteismo

Uscivano per svolgere attività private dopo aver timbrato il cartellino oppure non andavano a lavorare e risultavano in servizio facendo timbrare il cartellino da altre persone. Scoperto un caso di diffuso assenteismo nell’ospedale civile san Giacomo di Monopoli, in provincia di Bari.

I carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di 13 persone e provvedimenti di obbligo di dimora nei confronti di una ventina di dipendenti. I provvedimenti  sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura.

I destinatari sono indagati per concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato commessa in violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio, false attestazioni e certificazioni sulla propria presenza in servizio commesse da dipendente della pubblica amministrazione, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e peculato.

Si tratta di ipotesi di reato simili a quelle contestate pochi giorni fa dalla procura di Trani in relazione a circa trecento episodi di assenteismo verificati all’ospedale di Molfetta. In quel caso dodici persone tra medici, amministrativi e operatori tecnici sono finite agli arresti domiciliari, mente per sei è stata disposta l’interdizione dal lavoro per tre mesi.

Sui fatti di Monopoli è intervenuta anche Giulia Grillo.

“Nessuna tolleranza- ha affermato il Ministro della Salute – con i farabutti del cartellino che prendono in giro lo Stato, rubano lo stipendio e, soprattutto, vengono meno ai loro doveri nei confronti di chi sta male. Questi signori non hanno capito che la musica è cambiata. Non solo andremo a scovare ogni episodio del genere, io chiedo per questi farabutti il licenziamento immediato! Fuori i disonesti dalla sanità!”.

Sempre in queste ore la Procura di Napoli ha invece notificato 60 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti dipendenti dell’ospedale Cardarelli. L’inchiesta condotta dalla Polizia di Stato hanno permesso di accertare che gli indagati che dopo avere timbrato abbandonavano il posto di lavoro. Tra i reati contestati si ipotizzano la truffa e la violazione della cosiddetta “legge Brunetta”.

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