«La delibera del 14 agosto della Regione Veneto in nome dell’emergenza nasconde lo svilimento della professione medica e della sua autorevolezza»

Così in una nota congiunta i sindacati dei medici del Veneto (FIMMG-SMI-SNAMI- INTESA SINDACALE – CISL MEDICI -FP  CGIL MEDICI –SIMET- SUMAI) hanno criticato  la decisione della Giunta Zaia.

«La cosiddetta emergenza medici è invece il capitolo finale di una storia ben conosciuta e fino a poco tempo fa totalmente ignorata se non addirittura negata. Essere giunti a questo punto – hanno aggiunto le rappresentante sindacali – non giustifica il mettere in discussione, senza le necessarie competenze accademiche riconosciute, i percorsi formativi di coloro che hanno e avranno in mano la vita ed il benessere dei cittadini». 

«Sostenere che la sola formazione sul campo in tempi ridotti sia sufficiente per le attività richieste ad un medico dell’emergenza urgenza di oggi è un pericolosissimo ritorno al passato e alle sue statistiche di aspettativa di vita». 

«È irresponsabile – continua la nota – che questo venga sostenuto dal Presidente degli Ordini della regione Veneto».

«Siamo pienamente d’accordo con la Federazione Nazionale degli Ordini che sia inaccettabile il tentativo di trasformare parte della professione in manodopera a basso costo». 

«La FNOMCEO troverà sempre al suo fianco la medicina di famiglia del Veneto e ci auguriamo una uguale presa di posizione da parte delle rappresentanze della dipendenza». 

Questi Colleghi che per decenni, con risorse ridotte all’osso e senza riconoscimenti di carriera ed economici, hanno sostenuto e reso possibile il successo del sistema Veneto, ora si vedono offesi anche nei percorsi formativi che ne caratterizzano la loro insostituibile professionalità. 

«Sarebbe forse stato più opportuno, – concludono le rappresentanze sindacali – attraverso le opportunità previste dagli accordi decentrati, riconoscere l’intensa e indispensabile attività di questi professionisti adeguando il trattamento economico agli standard europei, mettendo in secondo piano rispetto alla salute dei cittadini il pareggio di bilancio delle Aulss e i premi dei direttori generali»

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