Il compenso degli avvocati è aumentato del 30% se gli atti digitali da depositare contengono dei collegamenti ipertestuali

Il recente d.m. n. 37/2018 ha modificato l’articolo 4 del d.m. n. 55/2014, stabilendo l’aumento del compenso per chi sfrutta la possibilità di eseguire la ricerca testuale all’interno degli atti telematici e dei loro allegati e la navigazione all’interno degli atti. Una novità importante questa, per gli avvocati italiani, e che conviene loro tenere bene a mente.

Infatti, se gli atti telematici contengono link ipertestuali che consentono di rendere molto più agevole la loro consultazione, il compenso per l’attività prestata dall’avvocato è maggiorato del 30%.

La novità, assai interessante per gli avvocati, non si limita a una mera enunciazione, ma sta iniziando a trovare riscontro anche nei provvedimenti giudiziali.

Un esempio in tal senso è il decreto ingiuntivo del Tribunale di Verona.

I giudici, infatti, nell’emettere il decreto ingiuntivo telematico provvisoriamente esecutivo del 7 giugno 2018, hanno disposto l’aumento del 30% del compenso spettante alla ricorrente.

Quest’ultima, avvocato, aveva proprio “predisposto il ricorso in modo da consentire la ricerca testuale dei numerosi documenti ad esso allegati”.

Un dettaglio? Non proprio, dal momento che per i legali che adottano questi accorgimenti ci sono aumenti di compenso consistenti.

Oggi è quindi possibile, oltre che auspicabile, inserire dei link all’interno degli atti telematici da depositare che rinviino ai documenti allegati, a un’altra parte del documento e così via.

Questo strumento, infatti, non viola le specifiche tecniche del processo civile telematico.

Esso permette solo una più agevole e celere lettura degli atti giudiziari. Ma attenzione: questi ultimi continuano a non poter contenere elementi attivi.

I programmi che consentono di creare i collegamenti sono molteplici e tra essi rientrano anche MS Word, Latex e Libre Office.

L’idea è proprio quella di incrementare i vantaggi degli atti digitali rispetto a quelli cartacei, incoraggiandone l’uso. E, in particolare, se si tratta di documenti lunghi e complessi, sollecitando una “collaborazione attiva” degli avvocati.

 

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