Per difendersi da un avvocato negligente l’onere probatorio è triplice

Come comportarsi se si subisce un danno causato da un avvocato negligente? E come dimostrare le proprie ragioni?
Sebbene la giurisprudenza si sia espressa più volte in merito e sia già consolidata su questo punto, la sentenza numero 12038/2017, depositata dalla Corte di cassazione il 16 maggio scorso, ha definito ulteriormente le disposizioni di legge in merito.
Un cliente, per poter essere risarcito da un avvocato che non ha svolto il proprio lavoro in modo diligente, non potrà soltanto limitarsi a dimostrare tale circostanza. Contro l’avvocato negligente, infatti, sarà necessario provare in giudizio che, dal mancato svolgimento del  mandato in modo adeguato, è dipeso un danno specifico dell’assistito.
Ma che tipo di prove bisogna addurre per ottenere un risarcimento?
Ebbene, per il cliente che intenda ottenere ristoro rispetto al comportamento tenuto da un avvocato negligente, l’onere probatorio sarà triplice.
Occorrerà, innanzitutto, dimostrare che l’evento che ha prodotto il pregiudizio lamentato sia riconducibile alla condotta dell’avvocato. In secondo luogo, bisognerà dimostrare di aver subito effettivamente un danno.
Infine, sarà fondamentale provare che, se l’avvocato negligente avesse invece tenuto fede al proprio mandato, mantenendo un comportamento adeguato alla prestazione professionale richiesta, il cliente avrebbe ottenuto – fermo restando i criteri probabilistici del caso – il riconoscimento delle proprie ragioni.
Nel momento in cui l’onere di cui il legale viene investito non viene rispettato, viene a mancare “la prova del necessario nesso eziologico tra la condotta del legale, commissiva od omissiva (anche per violazione del dovere di informazione), e il risultato derivatone”.
Nel caso di specie di cui si è occupata la Cassazione, il cliente era una società che aveva richiesto il risarcimento del danno cagionatole da un avvocato negligente. La società in questione, però, si è vista rigettare il ricorso sia in primo che in secondo grado, non ottenendo alcun risarcimento, in quanto non è stata in grado di dimostrare in giudizio né le lesioni subite alla propria sfera giuridico-patrimoniale, né tantomeno quali risultati avrebbe potuto ottenere se l’avvocato avesse tenuto una condotta diligente.

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