Bambino morto per un’otite, i suoi organi hanno salvato 3 bambini. Intanto si indaga per omicidio colposo

Si indaga sull’ipotesi di omicidio colposo per la morte del piccolo Francesco Bonifazi, sette anni ancora da compiere, a causa di un’otite bilaterale curata per 15 giorni solo con l’omeopatia. La famiglia ha dichiarato l’intenzione di denunciare il medico omeopata che seguiva il bambino da tre anni, descritto da amici e colleghi come una persona di “grande serietà e umanità”.
“Mia figlia e mio genero si fidavano ciecamente di lui”, ha dichiarato al Resto del Carlino il nonno del bambino morto, che rivela una grave circostanza che andrà confermata dagli inquirenti: l’omeopata avrebbe impaurito i genitori, dicendogli che l’ospedale avrebbe somministrato al bambino della tachipirina che lo avrebbe reso sordo, impedendo così ai genitori di portarlo in ospedale. “Non c’entra l’omeopatia – ha continuato il nonno – c’entra solo lui e il suo delirio di onnipotenza, e per questo la pagherà”.
Le indagini sono affidate alla procura di Urbino, è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo. Oltre all’omeopata, anche i genitori dovranno rispondere delle proprie azioni. La direzione sanitaria dell’ospedale Salesi di Ancona, dove Francesco è stato ricoverato ed è morto, ha segnalato il caso alla Procura dei minori di Ancona.
Nel frattempo, gli organi del piccolo Francesco sono stati donati e hanno dato una speranza di vita a tre bambini. Ieri i genitori hanno dato il consenso all’espianto, e nella notte è avvenuto il prelievo, ma con modalità compatibili con la futura autopsia a cui il corpicino sarà sottoposto. Fegato e reni sono stati già trapiantati, mentre non sono stati trovati soggetti compatibili per cuore e polmoni sia in Italia che in Europa.
“Siamo riusciti a rispettare la volontà dei genitori – ha detto all’ANSA la coordinatrice del Centro Regionale Trapianti Francesca De Pace – Oggi è la Giornata delle Donazioni e spero che Francesco ne diventi il simbolo. I genitori sono estremamente provati, sono persone normali, non hanno un atteggiamento talebano, con loro si è instaurata una bella relazione”.
“Ringraziamo moltissimo questi genitori per la scelta della donazione – ha dichiarato il direttore del Centro Nazionale Trapianti, dr. Alessandro Nanni Costa – che testimonia, oltre alla loro generosità e all’attenzione verso i piccoli pazienti in attesa di organi, anche la fiducia nel sistema sanitario e nei medici che hanno preso in carico il loro figlio”.

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