Potrebbe essere stato un errore nelle procedure dei prelievi a determinare il contagio della bimba morta di malaria lo scorso settembre dopo essere stata ricoverata all’Ospedale di Trento

C’è un indagato nell’inchiesta sul decesso della bimba morta di malaria a quattro anni nel settembre del 2017. La Procura, dopo il tragico episodio, aveva aperto un fascicolo contro ignoti. Ora sarebbe stato notificato un avviso di garanzia, anche se sull’identità del destinatario vige il più stretto riserbo. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo a seguito di un errore nelle procedure medico-infermieristiche.

“Abbiamo ritenuto – ha spiegato il procuratore capo, Marco Gallina – che il quadro probatorio fosse sufficiente per focalizzare le indagini in modo da rendere contro noti il fascicolo che era stato aperto contro ignoti. È un passo che intende focalizzare la vicenda storica, per continuare a lavorare. Siamo in una fase dell’inchiesta che coinvolge enormi profili scientifici, oltre che umani”.

Le perizie della Procura, del ministero della salute e dell’Azienda sanitaria erano state concordi nell’affermare che il contagio fosse avvenuto in ambiente ospedaliero. La bambina era ricoverata a Trento per problemi legati a un principio di diabete.

Le indagini condotte dai Carabinieri del Nas hanno portato all’individuazione del momento del contagio ematico che ha consentito lo sviluppo della malaria.

La data ipotizzata è quella del 17 agosto. Dalla documentazione medico-infermieristica al vaglio degli inquirenti è emerso che quel giorno vennero effettuati in Pediatria 9 prelievi. Tra questi, anche quello di una bambina rientrata da un viaggio in Burkina Faso con la famiglia, dove, nonostante la profilassi, avrebbe contratto la malaria. Il ceppo che ha colpito le due bambine è risultato lo stesso.

E’ in tale quadro che si sarebbe verificato il contagio, presumibilmente a causa di un errore di procedura nell’utilizzo degli strumenti e del materiale utilizzato per i prelievi. Dalla data gli investigatori hanno ristretto il campo sui possibili responsabili, giungendo così all’individuazione della persona indagata.

La bimba era stata dimessa il 21 agosto, ma dopo alcuni giorni era stata nuovamente ricoverata agli Spedali civili di Brescia con febbre alta. Era morta ai primi di settembre.

 

 

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