Scoperta dall’Ispettorato del lavoro una pratica irregolare per la gestione di infermieri a chiamata negli ospedali pubblici e privati regionali

Un’inchiesta dell’ispettorato del lavoro di Bologna ha fatto emergere una rete di studi professionali che gestiscono circa 200 infermieri a chiamata nei principali ospedali pubblici e privati di tutta la Regione. Una pratica irregolare che sfrutta i buchi di organico dei nosocomi. Ne da notizia un articolo pubblicato sull’edizione locale del quotidiano La Repubblica.
Gli operatori sanitari vengono reclutati attraverso piattaforme online e gruppi Whatsapp rispondendo  alle richieste delle strutture sanitarie. Il personale, correttamente formato finirebbe in alcuni casi col gestire interi reparti, oppure tutto il turno notturno.

Gli studi, in pratica, operano come delle vere e proprie agenzie per il lavoro, pur non possedendone i requisiti. Il tutto senza alcuna assunzione né pagamento di festivi, straordinari o ferie.

L’Ispettorato ha quindi chiesto assunzioni dirette, erogando multe salate e contestando contributi non versati per oltre due milioni di euro. Ma gli studi, da parte loro, hanno continuato l’attività
“Il problema non è lo stipendio, che è abbastanza alto – spiega a Repubblica il direttore dell’Ispettorato del capoluogo felsineo, Alessandro Millo – ma il precariato estremo, con professionisti che sono in balìa di chi li chiama e si portano dietro irregolarità nei contributi”.
“Purtroppo la cosa non ci lascia sorpresi”, commenta Gaetano Alessi, responsabile della sanità per la Fp Cgil. “Da mesi continuiamo a chiedere alle aziende assunzioni e dignità per lavoratori e lavoratrici. Invece di perseguire la strada della valorizzazione del personale, che passa anche dalla dignità contrattuale, si cerca sempre la via più comoda. Addirittura adesso quella delle App. Anche perché l’infermiere a chiamata è più ricattabile, e non può dire mai di no”. Il sindacato torna quindi a chiedere alle aziende sanitarie “un piano di assunzioni straordinario che elimini il precariato dalle corsie degli ospedali”.
 
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