L’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni mette in guardia i consumatori da siti o profili Facebook che espongono il consumatore al rischio di stipulazione di polizze assicurative false

Negli scorsi giorni l’IVASS ha diffuso un elenco di circa 50 siti che distribuiscono polizze assicurative false. I fatti sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria, che ne ha disposto l’oscuramento.

L’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni  raccomanda di adottare le opportune cautele nella valutazione di offerte assicurative via internet o telefono (anche via WhatsApp), soprattutto se di durata temporanea.

In particolare, l’IVASS consiglia ai consumatori di controllare, prima del pagamento del premio, che i preventivi e i contratti siano riferibili a imprese e intermediari regolarmente autorizzati. Al tal fine, sul sito www.ivass.it sono consultabili gli elenchi delle imprese italiane ed estere ammesse ad operare in  Italia; il Registro unico degli intermediari assicurativi (RUI) e l’Elenco degli intermediari dell’Unione Europea; l’elenco degli avvisi relativi ai Casi di contraffazione, Società non autorizzate e Siti internet non conformi alla disciplina sull’intermediazione.

L’IVASS sottolinea, in particolare, che i pagamenti dei premi effettuati a favore di carte di credito ricaricabili o prepagate sono irregolari. Così come sono irregolari i pagamenti effettuati a favore di persone o società, non iscritte negli elenchi sopra indicati. 

I siti internet o i profili Facebook (o di altri social network) degli intermediari italiani che svolgono attività on-line devono sempre indicare:  i dati identificativi dell’intermediario;  l’indirizzo della sede, il recapito telefonico, il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica certificata;  il numero e la data di iscrizione al Registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi nonché l’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo dell’IVASS.

I siti o i profili Facebook (o di altri social network) che non contengono le informazioni sopra riportate non sono conformi alla disciplina in tema di intermediazione assicurativa ed espongono il consumatore al rischio di stipulazione di polizze contraffatte.

Per gli intermediari dello Spazio Economico Europeo (SEE) abilitatati ad operare in Italia il sito internet deve riportare, oltre ai dati identificativi, il numero di iscrizione nel Registro dello Stato membro di origine, l’indirizzo di posta elettronica, l’indicazione dell’eventuale sede secondaria e la dichiarazione di abilitazione all’esercizio dell’attività in Italia con l’indicazione dell’Autorità di vigilanza dello Stato membro di origine. 

Leggi anche:

POLIZZE VITA DORMIENTI, RISVEGLIATI DALL’IVASS CONTRATTI PER 3,9 MILIARDI

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui