Si aggrava l’ipotesi di reato nei confronti dei due barellieri, da lesioni personali gravissime colpose a omicidio colposo. Disposta l’autopsia per chiarire se vi sia nesso tra l’incidente e il decesso

Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso di un 68enne romagnolo, morto venerdì scorso dopo un ricovero di circa un mese e mezzo presso l’Ospedale di Cesena.

L’uomo, con mobilità ridotta, era stato prelevato da casa lo scorso 30 maggio dal personale sanitario della pubblica assistenza che si occupa di trasferimenti per conto della Ausl; doveva essere portato in clinica per effettuare la dialisi ma, raggiunta in ambulanza la struttura, era precipitato rovinosamente a terra nello scendere dal mezzo, a causa, sembra, della mancata apertura di una delle due assi della lettiga.

La tac effettuata al pronto soccorso dell’Ospedale di Lugo aveva evidenziato una commozione cerebrale e la rottura di alcune costole. La diagnosi aveva indotto il personale sanitario a disporre il trasferimento e il ricovero in terapia intensiva a Cesena; ma il paziente non si è mai ripreso, fino al tragico epilogo di pochi giorni fa presso l’ospedale di Faenza dove l’uomo era stato trasferito appena 48 ore prima.

In seguito alla caduta dalla barella il pubblico ministero di turno aveva aperto un fascicolo sull’episodio; i barellieri presenti al momento dell’incidente, un infermiere un volontario, sono finiti sotto indagine per lesioni personali gravissime colpose. La procura aveva disposto anche il sequestro della barella, per capire se vi fossero cause meccaniche all’origine dell’incidente, e se gli accessori impiegati – cinghie, sbarre, materassino – fossero idonei e a norma.

A seguito del decesso dell’uomo l’ipotesi di reato a carico degli indagati diventerà inevitabilmente di omicidio colposo. L’esame autoptico dovrà stabilire se esiste un nesso causale tra la morte del paziente e l’incidente di fine maggio.

Presso il nosocomio di Faenza, per una drammatica coincidenza, a metà maggio si era verificato un caso molto simile; un 83enne che doveva effettuare una risonanza magnetica era caduto dalla barella nel tragitto verso il lettino dell’esame. Sembrava che l’uomo stesse bene e che avesse solamente sbattuto le ginocchia, ma a qualche ora di distanza dall’incidente, aveva perso conoscenza ed era morto. Anche in questo caso la Procura di Ravenna aveva disposto l’autopsia e aperto un fascicolo per fugare ogni dubbio sull’accaduto, ipotizzando l’omicidio colposo.

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