Il professionista dovrà risarcire la padrona di un cane reso zoppo da un intervento chirurgico in quanto il valore del cane, sia pure pressoché nullo al momento dell’acquisto, cresce “in ragione del legame affettivo e relazionale che si instaura”

La Corte di appello di Genova, confermando la pronuncia di primo grado, ha condannato un veterinario a risarcire la padrona di un cane reso zoppo da un intervento chirurgico.

Il quadrupede, come riporta Repubblica, era stato preso nel 2011 in un canile sardo da una signora di Zoagli. La padrona, accorgendosi che l’animale zoppicava, aveva deciso di farlo operare, ma anziché migliorare, le condizioni dell’animale erano peggiorate.

Nel 2013, quindi, era stata avviata una causa civile contro lo studio veterinario. In base alla tesi avanzata dal legale della donna, un cane reso zoppo da un intervento chirurgico peggiora la vita del padrone che, ad esempio, non potrà mai fare le passeggiate che sognava con l’animale.

Secondo la posizione sostenuta dal veterinario, invece,  il cane sarebbe dovrebbe essere considerato una “cosa”.

Di conseguenza – riferisce Repubblica -visto che il risarcimento di una “cosa” è da calcolare in base al suo valore, nel caso in esame quello del quadrupede sarebbe stato “pari a zero”, in quanto si tratta di un animale “non di razza”.

Il Giudice di prime cure aveva dato ragione alla padrona intimando al medico di risarcire non solo i costi sostenuti dal proprietario per l’operazione andata a male, ma anche il dolore patito dalla donna, quantificato in 4.500 euro.

A fronte del ricorso presentato dal professionista, i giudici di secondo grado non solo hanno confermato, ma hanno ampliato la portata della decisione di primo grado. I togati della Corte territoriale hanno infatti specificato che il valore del cane, sia pure pressoché nullo al momento dell’acquisto, cresce con il tempo,” in ragione del legame affettivo e relazionale che si instaura”.

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