Sul caso Diciotti interviene anche Barbara Mangiacavalli (Fnopi) ricordando che la salute è un diritto costituzionale che non va dimenticato

Barbara Mangiacavalli, presidente della FNOPI, entra a gamba tesa sul caso Diciotti. Una vicenda che, come noto, sta scuotendo anche il mondo della sanità. In particolare, dopo le dimissioni dalla direzione dell’Aifa di Stefano Vella e il silenzio del ministro Giulia Grillo.

Mangiacavalli ha lanciato un appello molto chiaro in tal senso. Lo scopo è mettere “la salute davanti a tutte le esigenze, siano esse politiche, economiche o sociali, rispetto alla situazione attuale dei migranti che si affacciano al territorio italiano”.

“Ci sono situazioni – ha ricordato Mangiacavalli – in cui l’assistenza sanitaria non può abdicare di fronte a scelte che mettono in pericolo la salute”.

La Fnopi ha dichiarato di non entrare nel merito di scelte politiche. Tuttavia, ha ricordato che “il diritto costituzionale alla salute e l’universalismo del nostro Servizio sanitario nazionale non possono essere dimenticati nel momento in cui qualcuno nei confini del nostro Paese ha bisogno di assistenza e soccorso per la sua salute, anche perché curare i singoli equivale a curare e proteggere tutta la comunità”.

Un ruolo, quello della cura dei pazienti, in cui gli infermieri, come i medici, rivestono un ruolo cruciale.

“Sono loro i primi – prosegue Mangiacavalli – che finora hanno soccorso i migranti che, non solo sulle navi di soccorso, ma sui barconi lasciati in balia del mare, sono giunti in prossimità delle coste italiane”.

Proprio in virtù di questo, quanto avvenuto nel caso Diciotti non può lasciare indifferente anche la comunità degli infermieri.

“ Per questo – conclude Mangiacavalli – gli infermieri che si trovano nelle condizioni di dover intervenire in queste situazioni hanno esperienze e competenze specifiche e negli ultimi 10 anni sono stati tra i primi a prendere in carico oltre 100 mila migranti e rifugiati. A loro va la nostra gratitudine”.

 

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