Per i rappresentanti di Cgil Cisl e Uil è “vergognosa questa totale deresponsabilizzazione da parte degli imprenditori del settore”

“Abbiamo letto con disappunto i contenuti di una dichiarazione fatta da Aiop nazionale, in merito al mancato rinnovo del Contratto Nazionale Aris-Aiop”. Così Michele Vannini, Marianna Ferruzzi e Mariavittoria Gobbo di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl su una nota dell’Associazione italiana dell’ospedalità privata.
Nel comunicato, in particolare, si riafferma che il costo del rinnovo del Ccnl, scaduto da oltre dodici anni, deve essere sostenuto integralmente dalle Regioni. Quindi, evidenziano i rappresentanti sindacali, “la quota di risorse che gli imprenditori della sanità privata accreditata sono disposti a stanziare per porre fine ad una vicenda indegna quale quella di cui stiamo parlando ammonta a zero euro”.
“Zero euro: questo – sottolineano – è il riconoscimento che gruppi industriali, che in base ad uno studio di Mediobanca fatturavano 3,9 miliardi di euro nel 2014, sono disponibili a corrispondere di tasca propria dopo dodici anni di stipendi bloccati a chi lavora per loro 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Zero euro è il valore della credibilità delle parole di Aiop quando scrive che ‘il rinnovo del contratto è una priorità’ e subordina qualsiasi incremento al fatto che lo paghino integralmente le casse pubbliche”.

Come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, proseguono, “abbiamo recentemente dichiarato ad Aiop e Aris la nostra indisponibilità ad avallare questo approccio totalmente irresponsabile alla trattativa”.

“Ci siamo a più riprese detti pronti a sottoscrivere un avviso comune che si occupasse delle criticità del settore, ma non ad assumere posizioni congiunte che, nelle intenzioni datoriali, hanno il solo scopo di battere cassa, mentre i lavoratori non arrivano a fine mese e qualcuno gioca sulla loro pelle per aumentare i profitti”.
“Non ci sfugge –concludono i rappresentanti sindacali – che ognuno debba fare la propria parte, anche il sistema delle regioni. Ma è vergognosa questa totale deresponsabilizzazione da parte degli imprenditori del settore. Le lavoratrici e i lavoratori sono stanchi di questo disgustoso balletto. Per questo, le iniziative di mobilitazione già oggi in essere in tutto il paese sono destinate ad aumentare di numero e d’intensità fino alla soluzione di una vicenda vergognosa”.
 
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